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Passo per passo mi avvicino allo specchio, oggi ho deciso di mettere una camicia di almeno due o tre taglie in più della mia, dei jeans attillati neri, i capelli azzurri tinti sono leggermente arricciati. Mi metto un po di trucco, giusto per nascondere le mie occhiaie, oggi più evidenti del solito, un rossetto che mantiene il colore delle labbra, il mascara agli estremi delle ciglia, un filo di eyeliner per definirmi gli occhi e un po di ombretto.

Durante il tragitto verso scuola ascolto la mia playlist preferita, composta da canzoni dei Bts, sono un loro fan.

I Bts, loro sono la mia salvezza, come una lanterna in una fitta nebbia, una sfumatura colorata su un foglio completamente bianco, un fiore in mezzo ad un prato.
Quando sento di non farcela ascolto le loro canzoni, le loro voci, hanno un timbro di voce talmente normale ma così diverso da quello di tutti.

Nella nostra società le persone sono brave a criticare,riescono a farti distinguere ma in modo negativo, quando vorresti essere invisibile nel tuo angolo, trovi tutti che ti guardano e spifferano ai quattro venti fatti, tutto tranne che veri, sul tuo conto.
L'unica cosa vera di cui sparlano su di me è la mia omosessualità, che sono una puttana...prostituta? Non è vero, una di queste potrebbe essere chiamata anche 'schiava del sesso' io non lo sono, anzi, speravo di rimanere vergine fino ai miei diciotto anni, ma ora, sono un sedicenne tutto meno che vergine.
Sono come uno straccio, un vestito sgualcito, rovinato, che una persona mai toccherebbe, come potesse bruciare al sol contatto.
Tutti criticano e nessuno sa, siamo oggetti nelle mani dei più forti, giocattoli viventi, perfetto fuori, rovinato dentro.

Finalmente arrivo alla struttura scolastica, come al solito nessuno osa guardarmi se non chi mi rivolge occhiate disgustate.
Ci mancava educazione fisica, mostrarmi ad altri ragazzi nel camerino essendo ormai un'attività abituale comunque mi prova un senso di disagio e vergogna indescrivibile.

Sospiro e mi sfilo la maglietta rimanendo a petto nudo, la piego e metto nella sacca, mi giro e vedo tutti guardarmi, deglutisco e velocemente mi infilo la tuta da palestra, entro in bagno e mi lascio scivolare contro la porta, sblocco il telefono e rimango a fissare lo sfondo.
Tre miei compagni entrano in bagno e neanche il tempo di spegnere il telefono e metterlo in tasca me lo prendono, guardano lo sfondo poi spostano lo sguardo schifato verso il mio "ehw, Jungkook? Sei serio?"  Mi tira il telefono che fortunatamente prendo al volo "non ti vergogni? E meno male che verranno qui, frocio!" Ghigna "magari da brava troia quale sei potrebbe sfogarsi con te".

Entra un altro nostro compagno che ci avvisa di dover andare in palestra "voi andate, dite che mi ha chiamato la professoressa di storia" annuiscono e se ne vanno, rimango da solo con il capo dei bulli, purtroppo so cosa significa questo.

Si avvicina, mi strattona per farmi alzare "girati" scuoto la testa singhiozzando "per-favore n-no"  mi tira una sberla, mi volto terrorizzato e appoggio al lavandino, in una mossa sento che mi abbassa i pantaloni, trattengo il respiro finché non entra in me, mi mordo il labbro per non urlare dal dolore, le lacrime scendono sempre più velocemente sulle mie guance.

Quando se ne va mi sciacquo il viso, mi rimetto i pantaloni, apro la porta e mi ritrovo avanti un altro bullo, ghigna e mi ritira dentro il bagno e il circolo ricomincia da capo.

Mi spinge facendomi cadere e dopo essersi ritirato su i pantaloni va via.
Io rimango rannicchiato con le gambe al petto, non sento neanche il dolore troppo impegnato a pensare alle parole di quel bullo -verranno qui?- chiudo gli occhi -come no- sospiro.

Ho appena finito di lavarmi, mi butto sul letto "aish" alzo il sedere e poi mi riappoggio lentamente.
Scorro fra i vari post di Instagram, l'ho scaricato un po di tempo fa ma lo uso poco niente, ogni tanto pubblico qualche mia foto ma non leggo mai i commenti.

-E se?...si tanto-

My IdolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora