Dieci universi

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«Insomma, se sul coltello ci sono soltanto le impronte del sig. Fontana si tratta di un suicidio! Non ci sono altre chance».

«Ti stai di nuovo dimenticando dei segni di violenza sui polsi. Il sig. Fontana ha opposto resistenza verso qualcuno che voleva ucciderlo».

«Bene, allora suppongo che questo qualcuno abbia maltrattato e strattonato Fontana, poi, per non lasciare tracce di sé lo ha costretto a suicidarsi».

«Ecco, questa potrebbe essere una valida ipotesi...». Terminò soddisfatta Emma. Lei e Andrea stavano discutendo sul nuovo caso e, insieme, provavano a trovare la possibile mens rea, l'intento che l'assassino aveva nel realizzare quell'omicidio.

«Dagli interrogatori fatti ai suoi familiari è emerso che non avesse nemici in famiglia, quindi dobbiamo attenerci alle persone che lo conoscevano a lavoro. Nina tu puoi darci delle informazioni sulle cose a cui il professore stesse lavorando e su eventuali persone che potevano nutrire sentimenti di odio verso di lui?». Emma credeva di aver centrato il punto, ma Nina le riferì che purtroppo il professore teneva segrete le sue attività all'interno del laboratorio e che lei era lì solo per compilare la sua tesi sulla materia oscura nell'universo, tuttavia conosceva il posto in cui il professore riponeva i suoi appunti, era una sorta di cassaforte ma avrebbero potuto tranquillamente scassinarla per guardarvi all'interno. Quella sera Nina era molto stanca ed andò via presto per riposarsi, per lei l'accaduto non era facile da digerire, anche se provava a non darlo a vedere.

L'indomani Emma, Nina ed Andrea si recarono sul posto. Tutto era rimasto così come Nina aveva veduto quella mattina del 13 ottobre; provette distrutte in mille pezzi sul pavimento pieno di tante piccole macchie di sangue che circondavano con una sinistra simmetria l'unica grande chiazza rossa posta a terra tra il banco destinato allo spettroscopio e il banco degli esperimenti, dal quale erano venute giù tutte le provette. Non si poteva affatto ipotizzare che si fosse trattato di un semplice suicidio per quanto era in subbuglio il laboratorio. Restava valida solo l'ipotesi che piuttosto il professore fosse stato spinto al suicidio dal suo assalitore. Scassinarono la cassaforte, ma, in maniera del tutto inaspettata, era vuota. Per Andrea non c'erano dubbi, l'assalitore cercava informazioni riguardo gli studi del professore e, probabilmente, il suo obbiettivo era proprio quello di rubare il suo operato. L'ipotesi aveva senso: i due lottano poiché ovviamente Fontana non ha intenzione di cedere, ma, nel momento in cui il ladro riesce nel suo intento, il professore si ammazza per la disperazione perché il suo lavoro è tutto per la sua vita e, infine, il ladro scappa per evitare di finire sotto accusa per omicidio. Competizione. Si trattava di qualcuno che lavorava nel suo stesso ambito. Cercarono così i contatti dei ricercatori con cui Fontana collaborava. Li cercarono tra i contatti del suo cellulare di lavoro.

Massimiliano Gatti: uomo 60 enne, ricercatore da almeno 30 anni.

<<Ma cosa mi state dicendo? Stefano? Morto? Santo Cielo!>>

Il sig. Gatti fece una lunga pausa seguita da respiri sempre più veloci, aveva la testa abbassata e le mani completamente bloccate. Sembrava sinceramente dispiaciuto dalla notizia appresa.

<< Era mio alunno alla Sapienza, un alunno eccellente, dalla grande intuizione...ero sicuro sarebbe riuscito a fare grandi cose nella sua carriera da ricercatore... Dopo la sua laurea siamo diventati grandi amici e ci sentivamo almeno una volta a settimana per confrontarci sugli studi. Lui aveva grande stima di me, anche se io ho sempre pensato che una mente geniale come la sua non avesse bisogno di una arrugginita come la mia, tuttavia ero onorato di poterlo supportare ogni qualvolta lui lo volesse>>.

<<Signor Gatti, sapeva a che progetti stesse lavorando Fontana?>>

<<Mi parlava spesso di un progetto riguardante la materia oscura e l'energia oscura nell'universo. Diceva che una sua tesista a lui molto cara dovesse svolgere la sua tesi su questo affascinante argomento e spesse volte ci confrontavamo su questo lavoro. Anni fa voleva iniziare uno studio sugli universi paralleli, ma non siamo mai riusciti a fare enormi passi sull'argomento, questo lo frustrava moltissimo. Per questo gli suggerii di iniziare a lavorare ad altro, per riprendere consapevolezza nelle sue capacità. Così iniziò ad occuparsi del lampo radio veloce. Ne avrete sicuramente sentito parlare. Giusto due settimane fa è stato assalito dai giornalisti! È stata rilevata l'origine di un lampo radio veloce e in Italia era proprio lui la voce più importante riguardo questa scoperta>>.

<<Nina! Ma tu non eri a conoscenza di questo? Perché non ce ne hai parlato? Può essere qualcosa di rilevate per il nostro caso. Magari qualcuno ha ritenuto che Fontana gli abbia soffiato la scoperta!>>

Nina si fece rossa in viso. Dapprima pareva volesse scoppiare in lacrime, poi iniziò ad irrigidire lo sguardo, gli occhi diventavano più lucidi di millisecondo alla volta e infine tirò fuori una forza alimentata da rabbia e tristezza. Fissava Emma con quegli occhi. Finalmente esplose in alcune parole:

<<Pensi che per me sia facile? Non ti sei mai accorta dei miei silenzi? Mi ritrovo a dover risolvere l'omicidio di una persona che era importante nella mia vita e non ti sei mai fatta il problema che per me potesse essere straziante! Tu ti diverti con il tuo amico a fare la detective e ti sei convinta che io possa fare lo stesso! Smettila di pretendere di affogare le mie emozioni. Da te mi aspettavo un minimo di comprensione e invece...non mi conosci per niente>>.

Nina ed Emma fecero il tragitto verso casa in completo silenzio. A letto Nina assunse la sua tipica posizione da arrabbiata dando le spalle ad Emma e rannicchiandosi su un fianco. Emma rifletté molto sulle sue parole e infine decise di stringerla forte da dietro temendo di non ricevere alcuna risposta di affetto da Nina. Contro ogni sua aspettativa, invece, le strinse la mano e si girò verso di lei. Emma le sorrise, anche se sentiva un'inspiegabile angoscia.

<<Guarda fuori dalla finestra. Ciò che c'è lì fuori mi mette paura. Hai mai la sensazione di essere così piccola rispetto a tutto l'universo che ci circonda?>>

<<Vorrai dire a tutti gli universi che ci circondano! Comunque, devo risponderti di no. Infondo noi esseri umani siamo gli unici ad avere l'onore di essere consapevoli di tanta bellezza. Nel nostro piccolo racchiudiamo la meraviglia di ciò che ci circonda e, per questo motivo, siamo grandi almeno quanto dieci universi>>

<<Tu sei il mio, Nina>>.

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