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22 settembre ore 8 del mattino

Greta aprì gli occhi e vide il soffitto bianco della sua camera da letto. Dopo aver passato il giorno da nonna Anna padre e figlia erano tornati a casa di Niccoló. Un appartamento poco più distante da quello della madre sempre nel quartiere di San Basilio. Ma oggi era quel giorno in cui tutto era finito in quella villa in Toscana, erano successe parecchie cose da quel giorno ma quello non era il momento per pensarci. Dopo una doccia veloce la ragazza arrivó in cucina e la sua attenzione venne catturata da una melodia che lei riconobbe subito. Suo padre stava suonando al pianoforte "piccola stella" la canzone che aveva dedicato a lei, era la prima volta che lo sentiva suonare dopo mesi. A Londra nonostante avessero un pianoforte in casa Niccoló non lo suonava mai. Greta rimase ad ascoltare quando il muso di quel vecchietto di Spugna si posó su una sua gamba e lei guardandolo gli sorrise. Mise delle crocchette nella ciotola e dopo fece colazione. Aveva appena finito il suo caffè quando suo padre entró in cucina
- giorno Piccolè, hai dormito bene? - domandó guardandola
-si, benissimo. Cosa facciamo oggi? - chiese subito la ragazza. Il moro bevve il caffè e la guardó
-prima andiamo al parchetto dagli altri, stiamo un po con loro e poi andiamo alla villa- spiegó il cantante. Greta annuì e corse in camera a finire di prepararsi.
Nel primo pomeriggio padre e figlia andarono al parchetto. Come lo vide Niccoló si fermó perché mille ricordo gli erano tornati in mente. I pomeriggi a giocare a calcio e a bere birra, con le canzoni del Blasco in sottofondo. Per non parlare poi degli aperitivi grezzi al bar del quartiere. Era perso nei ricordi quando una voce lo risveglió
- ah regà, è proprio vero, più se diventa grandi e più se rincoglionisce, a Nì noi stamo qua eh - il moro seguì quella voce e si trovó a guardare Cocco che gli sorrideva mentre correva ad abbracciarlo insieme a tutti gli altri
-so passati gli anni ma semo sempre gli stessi - rispose Niccoló ridendo. Dopo tutti i saluti fatti anche a Greta, tutti raccontarono quello che avevano fatto in quei anni che non si erano visti. Parlarono per due ore e dopo tutti si misero in macchina diretti verso la tanto temuta villa.
Arrivarono con il sole che iniziava a tramontare e il cielo era striato di rosa e arancione. Tuttavia nessuno osó aprire bocca e seguirono Greta che si fermó in giardino, davanti alla piscina dove per terra c'era ancora il sangue di sua madre che macchia a le piastrelle del pavimento. Si inginocchió vicino a quelle macchie mentre gli occhi si riempivano di lacrime. Rimase lì per qualche secondo quando una mano le toccó una spalla e lei alzó lo sguardo e...
-tu? - domandó sconvolta
-ciao Piccola Stella - la salutó Giulia sorridendo dolcemente
-tu sei morta, proprio qui. Come fai ad essere viva? -
- ci sono tante cose che devo dirti Greta, mi sono allontanata da voi per proteggervi. Ti spiegheró tutto se vorrai ascoltarmi - disse Giulia guardandola.
Greta la fissó per qualche secondo ma dopo corse ad abbracciare la madre che l'era mancata tanto in quegli anni.

Angolo autrice:
Si sono stata molto perfida e se nei precedenti capitoli ho lasciato indizi in questo ho descritto l'incontro madre e figlia... Si Madre, Giulia è tornata ed è pronta a spiegare tutto a Greta ma lo saprete nel prossimo capitolo!!

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