Capitolo III

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"Non è andata poi così male alla fine" 

"Mi stai prendendo in giro?" 

Aurora e James erano in balcone, una canna stretta fra le dite e a luce dell'alba che li riscaldava. All'interno dell'abitazione gli altri stavano ancora dormendo in preda ai postumi da sbronza. Era stata una nottata tremendamente lunga e Aurora si sentiva sfinita. Chiuse gli occhi e fece un lungo tiro, trattenne il fiato e la passò a James. Sentiva i primi raggi mattutini scaldarle le dita e il volto, la luce che filtrava nonostante le palpebre chiuse le faceva pensare che il peggio era passato.  Gettò la testa all'indietro e vide il fumo condensarsi in piccole nuvolette scure. 

"E' stata una serata tremenda James, non prendiamoci in giro" gli disse sconsolata, erano seduti vicini, aveva la testa poggiata sulla sua spalla mentre lui con un braccio le riscaldava il fianco. 

"Non è la prima delle nostre serate distruttive, c'era solo lui in più" disse James, mosse la testa in direzione della figura bionda che dormiva nel letto della ragazza, si vedevano solo i capelli biondi da quell'angolazione, la sua figura era completamente ricoperta dell'ingombrante piumone. 

"Può una sola persona modificare così tanto le cose per te Auro? Abbiamo vissuto serate più distruttive e poche volte ti ho visto ridotta così" continuò James. Si guardarono in silenzio.

 Lui era un ragazzo alto e estremamente magro, capelli neri come la pece e occhi cerulei. Si assomigliavano molto, meno rispetto a prima che la ragazza iniziasse a fingersi i capelli ma pur sempre molto. Alcuni li confondevano per fratelli, a trarli in inganno era anche lo stile molto simile e il fatto che fossero inseparabili. Era strano non trovarli insieme fuori del contesto scolastico ma non erano quel tipo di persone che quando si trovano nella stessa stanza non parlano con gli altri presenti o stanno sempre e solo in coppia, non erano ossessivi fra di loro. Erano capaci di far passare interi giorni senza parlare realmente, a volte preferivano vedersi, fare le proprie cose nel silenzio assoluto e poi addormentarsi vicini senza parlare mai davvero. Si capivano e conoscevano abbastanza da sapersi aspettare.  James era stato una delle persone a lei più vicine negli ultimi due anni. Erano diventati uno la guida dell'altro in quella nuova vita che si erano costruiti e insieme avevano trascorso momenti davvero indimenticabili. Era stato anche il primo, oltre i suoi genitori, ad assistere ad un suo attacco di panico. Non che Aurora avesse davvero intenzione di mostrargli quel lato di sé ma quando una domenica mattina si era ritrovata in un letto che non era il suo e in una stanza color pastello in intimo, si era lasciata prendere dal panico. James l'aveva sentita e temendo stesse male, era corso nella camera per trovarla in uno stato davvero pauroso. Gli occhi scavati dalle occhiaie sembravano ancora più grandi ed erano di un rosso intenso, il corpo era pieno di spasmi, e le labbra già spaccate la sera prima dal freddo e in quel momento trattenute dai denti stavano sporcando di sangue il mento della ragazza. Il ragazzo aveva gestito molto bene quella situazione, aveva fatto calmare la più piccola, le era stato accanto e l'aveva rassicurata quando continuava a ripetere "Nessuno mi doveva vedere così". Erano cresciuti molto da quel momento, non conoscevano la storia completa dell'altro, non lo ritenevano necessario in quel momento. Sapevano che prima o poi ne avrebbero dovuto parlarne ma speravano di poter ritardare il momento il più possibile.

Auraro ripensò alla sera prima. Aveva dei ricordi un po' sfocati ma la ricordava tutta e sentiva ogni istante pesare.

La serata aveva avuto un inizio tranquillo con la musica che rimbombava nella discoteca.

Aurora arrivata da poco stava osservando la folla che ballava più in basso rispetto al rialzo della parte riservata ai "Vip", dove si trovava con i suoi amici. Loro erano seduti poco lontano e stavano aspettando il terzo giro di shot. Lei  aveva preferito allontanarsi intanto, così si era ritrovata sporta sul balconcino a guardare verso il basso. Centinaia di corpi  che si muovevano e si sfioravano;  vite che si incontravano in frazioni di istanti minuscoli, un tocco, un respiro, uno sguardo. Così tante persone che ballavano sullo stesso beat, con le luci che riversavano su di loro miriadi di colori diversi.  Aurora sorrise.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 20, 2020 ⏰

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