CAPITOLO 1: Freddo pungente

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La sentivo dimenarsi con tutte le sue forza, cercava di sfuggirmi, ma ormai non aveva più scampo. Lei sarebbe morta e io sarei tornato a casa felice. L'acqua del lago era gelida, è Inverno, più precisamente il 15 Dicembre, mancano solo 10 giorni al Natele, solitamente in questo periodo dell'anno le persone sono tutte più buone e sdolcinate, mentre io tiro fuori il peggio di me, o forse il meglio ... dipende dai punti di vista. I suoi capelli neri come la pece erano avvinghiati alle mie lunghe dita, mentre con tutta la mia forza tenevo la sua testa sott'acqua; nei primi 20 secondi opponeva resistenza, faceva del suo meglio per resistere, ma ormai l'acqua stava inondando i suoi polmoni e ben presto avrebbe perso i sensi ... 1,2,3 era fatta. Lasciai la presa dai suoi lunghi capelli e osservai la sua testa risalire sull'orlo dell'acqua, la girai per poterla osservare ancora una volta, il suo viso era bianco, privo di ogni bagliore, privo di vita, appoggiai le dita sulle sue palpebre per chiuderle gli enormi occhi marroni e mi abbassai per baciare un'ultima volta le sue carnose labbra; "Addio Rosaline". Abbandonai il suo cadavere in quel posto sperduto, il sole iniziava a sorgere dietro le colline facendo risplendere la brina poggiata sui rami spogli degli alberi e ben presto Detroit si sarebbe risvegliata, in pochi minuti raggiunsi la mia vettura, mi sedetti al volante senza preoccuparmi di eliminare le prove, o ripulire le mie converse infangate, dopotutto mi trovavo nella città con il tasso di criminalità più alto d'America, chiusi lo sportello, accessi la radio a tutto volume e iniziai il mio viaggio verso la prossima città, verso la mia prossima Vittima, mentre sul mio viso compariva il solito ghigno e mi sentivo inondare dalla solita sensazione di libertà che provavo dopo ogni vita rubata. Vagavo senza meta ormai da ore, il sole risplendeva alto nel cielo ed erano da poco passate le nove, iniziavo a sentirmi stanco e affamato e avevo bisogno di un posto in cui riposarmi e fare una doccia, per fortuna mi trovavo a Chicago e mi fermai al primo Bed and breakfast che trovai , parcheggiai la macchina nel parcheggio riservato ai clienti, feci del mio meglio per pulirmi le scarpe e darmi un' aspetto il più normale possibile, presi il giubbotto ,il cappello e il mio borsone e uscì dalla mia BMW bianca, oramai tutta macchiata di fango. Il freddo era pungente nonostante i raggi del sole cercassero di riscaldarmi. Entrai nel b&b, la reception era stranamente accogliente, le pareti erano di un intenso verde salvia che metteva in risalto gli enormi quadri sparsi qua e là che ritraevano i posti turistici della città, il parquet era di legno chiaro e scricchiolava ad ogni mio passo, mi fermai a circa un metro dal grande bancone dietro il quale era seduto un bizzarro uomo dall'incarnato olivastro, il suo viso paffutello era ornato da lunghi ricci marroni. "Salve e benvenuto al bed and breakfast by Carlo, io sono Carlo come posso aiutarla?" la sua voce suonava disgustosamente squillante e forzata, così feci del mio meglio per rispondergli nel modo più gentile possibile "Mi servirebbe una stanza fino a domani mattina" dissi rivolgendogli un finto sorriso. Finalmente, dopo avergli dato i documenti e i soldi, presi la chiave della stanza numero 344 e mi diressi al terzo piano, come sempre presi le scale e notai che il corrimano era interamente coperto da ghirlande di un intenso verde; il corridoio era completamente deserto, e dalla polvere sul parquet sembrava essere vuoto da mesi, proprio ciò di qui avevo bisogno; Nessun rumore, nessuna distrazione ... solo SILENZIO. La stanza era molto piccola e le pareti erano dello stesso verde della reception, ma sta volta non era presente alcun quadro, le coperte del letto matrimoniale erano a righe bianche e verdi e i due cuscini erano ricoperti da una federa color panna; poggiai il borsone vicino al comodino, tirai fuori l'asciugamano e i vestiti di ricambio e andai verso il bagno, avevo proprio bisogno di una doccia. Il bagno era molto piccolo ed interamente piastrellato con del finto marmo azzurrino, lasciai cadere l'asciugamano e i vestiti sulla sedia di legno accanto allo specchio, ed entrai nella doccia accertandomi di girare l'intera maniglia verso destra, e ben presto una cascata di acqua bollente si rovesciò su di me.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 02, 2020 ⏰

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