Capitolo 1- Introduzione

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Il ragazzo stava camminando lungo il corridoio affollato. Era piegato dal peso dello zaino, è il rumore dei compagni lo infastidiva parecchio. Era stata una giornataccia, estremamente noiosa e stancante. Tutto ciò che voleva fare era tornarsene a casa e dormire un po'. I suoi pensieri furono interrotti quando uno squillo gli risuonò nel cranio. Sospirò e si mise una mano sull'orecchio, su cui era ben nascosto un piccolo auricolare. "Ciao, Leigh. Cosa c'è?" "Ciao a te, Andrew. Abbiamo un codice 13 proprio nel bagno alla tua destra." Il ragazzo si girò di scatto. "Me ne occupo subito. Passo e chiudo." Tolse il dito dall'orecchio, guardò a destra, poi a sinistra, poi aprì leggermente la porta del bagno. Trovò un ragazzo appiattito contro una delle porte, con un coltello puntato al collo. Colui che impugnava il coltello era decisamente più grande della vittima, sia in età che dimensioni. Stava usando la mano libera per frugare in un portafogli con cucita la scritta "Bad Mother Fucker". Un sorriso attraversò il viso di Andrew, ma sparì velocemente in un'espressione seria. Si tolse una maschera nera e con lenti verde acido a coprire gli occhi dalla tasca e se la fece scivolare in faccia. Spalancò la porta con un calcio e afferrò il ladro per il collo. "Affronta la paura" sibilò in modo inquietante il ragazzo mascherato. Spirali di fumo salirono dal polso dell'eroe, per poi avvilupparsi intorno al cranio del malvivente. Quando la spessa cortina nera scomparve, quest'ultimo aveva gli occhi sbarrati. Andrew lo lasciò cadere a terra di peso e questo rimase immobile per qualche secondo, per poi erompere in un urlo disumano, seguito da una fuga precipitosa verso la porta. Andrew raccolse il portafogli. "Bella citazione!" "G-grazie. Ma tu...chi sei?" "Mr Wolf, risolvo problemi." Il ragazzo alzò un sopracciglio. "Eheh, scusa, mi sembrava adatto." Disse l'eroe, indicando l'oggetto rubato. "Comunque, se proprio vuoi un nome...puoi chiamarmi Nightmare." Sorrise e uscì, lasciandosi dietro un ragazzo estremamente stranito. Si tolse la maschera e mise la mano sull'auricolare. "Fatto." "Bene, ci vediamo tra dieci minuti?" "Come al solito"

9 minuti e 30 secondi dopo Andrew era davanti ad un portone di acciaio blindato, e teneva un telecomandino in mano. Quando premette il pulsante centrale la porta di aprì lentamente e lui entrò, trovandosi davanti 15 diversi corridoi. Lui ridacchiò e si girò verso la parete alla sua destra, appoggiandoci la mano. Uno scanner lesse le sue impronte digitali ed emise un trillo acuto dopo averlo riconosciuto. Il muro si aprì davanti a lui, che si incamminò attraverso l'apertura che si stava già richiudendo. Di fronte a lui si trovava un gigantesco muro ricoperto di schermi ed aggeggi tecnologici di dubbia utilità. In mezzo a quel caos di cavi si trovava una poltrona da ufficio in pelle.

Il ragazzo si avvicinò di soppiatto e sbirciò la persona che sedeva sulla sedia. Una ragazza dai lunghi capelli marroni con punte verdi stava scorrendo un sito che Andrew riconobbe subito come Wattpad. A quanto pare la ragazza stava leggendo "Dream or Reality". A quel punto lui esclamò "Oh, potevi dirmi che era uscito il nuovo capitolo!" La ragazza fece un balzo sulla sedia e si girò, gli occhi fuori dalle orbite. "Fallo ancora una volta..." si fermò per riprendere fiato "...e io ti ammazzo." La ragazza estrasse un coltello di dimensioni...uhm...ragguardevoli. L'aria si caricò di tensione mentre i due si guardavano in cagnesco. Poi scoppiarono a ridere. Ripetevano questa scena praticamente ogni giorno. "Allora, Leigh, trovato qualcosa di interessante?" chiese il ragazzo sedendosi sul comodo divano che si trovava a qualche metro dagli schermi e che permetteva di osservarli tutti contemporaneamente. "Forse. A quanto pare l'Agenzia è tornata in città." L'espressione di Andrew cambiò velocemente. Digrignò i denti, mentre una leggera cortina di fumo cominciava a salire dalle sue mani. Leigh si girò e, vedendolo in quello stato, corse da lui e gli toccò una spalla. Lui sembrò ricadere fuori da quella specie di trance, e cominciò a respirare affannosamente. "Ehi, mi dispiace, non dovevo parlarne." Ogni volta che si discuteva di quell'argomento lui si staccava dal resto del mondo. Cosa potevano avergli fatto di così terribile da traumatizzarlo in quel modo? Sapeva che era là che aveva ricevuto i suoi poteri, e sapeva quanto quelli dell'Agenzia potevano essere spietati. "I miei occhi possono provarlo..." pensò la ragazza. Come leggendole la mente, il ragazzo disse "Leigh, puoi togliere gli occhiali da sole quando ci sono solo io. Lo sai." Effettivamente la ragazza stava indossando lenti scure anche nell'ombra del rifugio. "E va bene..." esitante, si tolse gli occhiali, rivelando due occhi con un iride di un viola innaturale. "Brava. E in ogni caso avresti dovuto toglierli comunque. È ora di dormire!" L'orologio proiettato in uno dei tanti schermi segnava soltanto le 5 del pomeriggio, ma sapevano entrambi che la mattina seguente si sarebbero svegliati all'incirca alle 2 del mattino per controllare i monitor. Quindi i due si diressero verso le rispettive camere. Dopo qualche minuto erano entrambi addormentati.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 26, 2015 ⏰

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