La freccia si conficcò nella parete.
Martino emise un grugnito esasperato: era già la quarta che faceva quella fine.
Quel giorno non riusciva proprio a concentrarsi. Non era solito mancare così clamorosamente il bersaglio.
Anzi, a dirla tutta, lui non mancava mai il bersaglio; non da quando aveva dodici anni, almeno.
Era il miglior arciere dell'Istituto. Certo, non è che fosse tutto 'sto gran merito: nell'Istituto di Roma vivevano sette persone in totale, di cui solo tre erano adulti. Certo, anche lui aveva diciotto anni, ma era ancora considerato uno dei "bambini", nonostante il fatto che per il Clave lui fosse un adulto a tutti gli effetti. Per il governo degli shadowhunter lui avrebbe potuto partecipare ai consigli ad Alicante, ma i suoi genitori non lo portavano mai con loro, dicendogli che doveva tenere d'occhio i suoi fratelli.
In diciotto anni di vita, Martino non era mai uscito da Roma, e non aveva mai incontrato altri ragazzi shadowhunter. I suoi unici amici erano i suoi tre fratelli: Elia, Luca e Giovanni.
In realtà, Gio era stato adottato: era il figlio del vecchio parabatai di suo padre, che aveva scelto di prenderlo con sé una volta che questi era morto.
Elia e Luca erano suoi fratelli biologici: Elia aveva sedici anni, mentre Luca ne aveva undici, ed era il più piccolo. Per questo motivo tutti lo chiamavano Luchino.
Gio, invece, aveva diciassette anni, ed era il suo migliore amico, nonché suo parabatai.
Martino adorava tutti i suoi fratelli, ma a volte si sentiva invidioso: erano tutti migliori di lui.
Giovanni era il miglior shadowhunter della famiglia, e, stando a quello che diceva papà, il miglior shadowhunter della loro età. Inoltre, era affascinante, estroverso, simpatico, oltre che un gran fregno. Quando giravano per la città senza la runa dell'invisibilità, le ragazze se lo mangiavano con gli occhi.
Elia era altrettanto figo, e aveva un ottimo gusto in fatto di abbigliamento; anche lui attirava tutti gli sguardi delle ragazze. Inoltre, era un ottimo shadowhunter, la sua arma preferita era la frusta di elettro, che padroneggiava come nessun'altro, in famiglia (e lo faceva sembrare ancora più sexy di quanto già non fosse naturalmente).
Luchino, infine, sebbene fosse troppo giovane per combattere seriamente e per essere considerato "figo", era comunque molto intelligente: era curioso, faceva sempre un sacco di domande e adorava leggere i fumetti. Inoltre, ma questo lo sapeva solo Martino, perché il ragazzino aveva si vergognava a dirlo agli altri, aveva un talento naturale nel disegno.
E poi c'era lui: non era figo (aveva una zazzera di capelli esagerata e il suo guardaroba era composto da felpe col cappuccio ormai scolorite ed informi e magliette che non versavano in condizioni migliori), non era sveglio, aveva un caratteraccio, ed era uno shadowhunter a malapena accettabile.
L'unica cosa in cui riusciva bene era il tiro con l'arco, e il proteggere i suoi fratelli, che spesso si cacciavano nei guai.
E poi... poi aveva un terribile segreto: un segreto che si portava dentro da tutta la vita. Non sapeva da quando se ne era reso conto, ma di sicuro era da prima che Gio andasse a vivere da loro. Il suo arrivo era stato il passo verso il baratro.
Prima era sempre riuscito a tenere sotto controllo il suo... problema, ma da quando c'era l'altro ragazzo doveva sforzarsi il doppio per riuscire a tenerlo nascosto.
Il fatto era che a Martino non piacevano le ragazze, come a tutti i suoi fratelli. No, a lui piacevano i ragazzi.
E la cosa peggiore era che si era innamorato di Gio. Il suo parabatai.
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The Alec to my Magnus
FanfictionIl fatto era che a Martino non piacevano le ragazze, come a tutti i suoi fratelli. No, a lui piacevano i ragazzi. E la cosa peggiore era che si era innamorato di Gio. Il suo parabatai. I parabatai non potevano innamorarsi l'uno dell'altro. Era il pi...