Aprile - pt. 1

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"Aprile", s'impone nitidamente, la fotta non gli ha ancora preso la gola e il suo timbro si presenta cristallino come quando al piano di sotto, con tanta altra gente per la testa, si parlava pacatamente. Manuel avvicinava le sue labbra al mio orecchio per parlottare di musica, atteggiandosi al suo saperne parlare in maniera del tutto innocente; mai le avevo viste così screpolate. Spacchi come solchi freschi di sangue adornano le sue gonfie labbra tanto da sentirmi in colpa nel poggiarci sopra le mie, nel suo sussulto come in sordina, impercettibile.

Resta in piedi anche quando divarico le ginocchia e la gonna si alza di qualche centimetro sulle mie cosce, dapprima s'avvicina e china il viso, guardandomi poggia la mano sulla mia carne, la pelle procede a scatti caldi sotto i suoi polpastrelli, lambendo dove già prima mi aveva toccata. Non era la prima volta ma lo pareva sempre, mi scrutava come se non mi avesse mai vista quando mi teneva i seni mentre mi dimenavo al suo bacino.

Ha le mani grandi per la sua minuta giovinezza, e i suoi ricci s'annodano alle dita ogni volta che vorrei andare.

I lineamenti duri in più smorfie, il sudore, svanivano nel secondo in cui sfilato il suo membro dal mio fondoschiena irrorava il suo sperma come ad unire una costellazione di nei. Si lasciava a peso morto a fianco a me e sfinito il suo sguardo si faceva dolce come mandorle, e abbozzava uno di quei sorrisi che quando capitavano totalmente vestiti sentivo bagnarmi le cosce.

Manuel infila un dito nella mia bocca, ad indugiare, come se l'avesse chiesto ma avesse negato risposta. Il suo pollice passa sui denti serrati e sfalda la membrana delle guance in un solco, gonfia le mie labbra e il mio ego come fossi l'unica che sporca di saliva le sue dita secche.

Incapace di quietare i suoi impulsi lascia che le sue si spalanchino e penzolino alla vista, suggo la sua pelle ed estasiato lascia che il respiro gli si frammenti, chiude gli occhi ma non riesce a smettere di guardarmi.

Avvicina il viso per poter godere di medesima malizia e l'unione scambiatasi risulta parecchio umida, la sua lingua tocca la mia di serpe e quasi indietreggio sprofondando tra buchi di spugna.

Mi sfila di dosso la camicia quasi non l'avessi mai indossata e sorride compiaciuto nel trovare i miei seni minuti nudi ed ornati di pelle d'oca. Incurva le dita alle mie forme e stringe la malleabile pelle a suo piacere, smette di baciarmi per potersi guardare, per ammirare le vene sui dorsi delle mani muoversi a stuzzicare i miei capezzoli turgidi.

Stanca di vederlo penare per lento procedere trascino il suo tocco più in basso, lui coglie i miei intenti e scompare sotto la gonna sino a infilarmi dentro due dita senza dapprima sfiorarmi.

"Sei già così bagnata" mugula al mio sussulto attonito.

Muove fitte le dita dentro di me e s'attorciglia ad esse un sapermi conoscere tale da impedirmi il respiro.

Il suo sguardo sulla mia vulva brucia, freme nel farmi inarcare tanto la schiena, immagino scoppi di pulsazioni sotto ai jeans.

Tiene salda la mia schiena e lascia che le dita tocchino ad angoli aperti e distanti il suo collo per stringerlo.

Geme spontaneo al gesto, aumento la presa a questo lembo scoperto che celatomi da una vita lo pone più vulnerabile delle lacrime che gli rigavano il volto con Allen.

                                                                                        ***

La quarantena gioca brutti scherzi e dopo anni sono tornata a scrivere qui. 
Spero non si attivino le notifiche per i fan delle mie vecchie opere perché un poco mi imbarazza la cosa!

One shot strutturata in massimo 2/3 capitoli. 


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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 30, 2020 ⏰

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