LIGHTS ON
Le strade di Londra erano addobbate in festa durante il periodo Natalizio, persino sulla metro si sentivano le classiche canzoni a tema Natale, spesso e volentieri i bambini erano più sorridenti, le strade più affollate di persone impegnate nel fare i regali.
Però nel pomeriggio della Vigilia, all'interno di un vagone della metro londinese non si respirava affatto lo stesso clima festoso: seduto in un angolo Remus Lupin era avvolto nel suo cappotto, decisamente ormai troppo largo per il suo corpo così troppo magro e insano, il suo bel volto lentigginoso era ormai scavato e vi appariva qualche macchia scura, che il giovane tentava invanamente di coprire con il fondotinta che gli aveva dato Lily, la sua migliore amica, una delle poche persone ad essere rimaste nella sua vita.
Tutti gli occhi della gente erano puntati, poco discretamente, sulla figura di Remus, dalla quale tutti gli altri passeggeri si tenevano a debita distanza e borbottavano tra loro quasi indignati.
Era come se il giovane fosse marchiato da una maledizione, suscitava paura tra la gente, come se potesse infettarli con la sua piaga. Era stato insultato, umiliato e persino licenziato dal suo lavoro di insegnante... Anche se ad ogni modo probabilmente ci avrebbe dovuto rinunciare comunque, essendo troppo debilitato.
L'HIV era piombato nella sua vita e in quella di Sirius Black, il suo eterno compagno di vita fin dai sedici anni, come un fulmine a ciel sereno, sconvolgendo qualsiasi cosa i due avessero costruito assieme.
Remus finora era il solo a mostrarne i segni in maniera evidente, Sirius era positivo, ma stava ancora bene.
Avevano pianto per giorni dopo la diagnosi, consapevoli che avrebbero dovuto affrontare una cosa troppo grande, che si sarebbero dovuti lasciare troppo presto.
Perché erano letteralmente condannati a morte, sia sul piano medico che su quello sociale.
James Potter e Lily Evans, i loro due migliori amici, erano stati il loro punto di forza, la loro presenza e il loro affetto erano stati i più grandi aiuti che potessero mai ricevere. Perché avevano pianto con loro ed erano rimasti, nonostante tutto.
«Sono a casa!» urlò Remus non appena varcò la soglia del suo appartamento, sollevato di sentirsi finalmente al sicuro tra le mura domestiche, lontano dagli sguardi della gente.
S'incrociò con Sirius in cucina, e mentre posava i dolci che aveva appena comprato nel frigorifero, il suo ragazzo lo aveva stretto tra le braccia e gli aveva baciato una guancia, gli aveva accarezzato il volto e lo aveva guardato negli occhi ambrati.
Ogni singola volta che stavano lontani per più di qualche minuto sembrava che non si vedessero da una vita intera, forse quella era la sensazione che si provava quando si era consapevoli di avere poco tempo...
Sirius era terrorizzato, totalmente accecato dalla paura che Remus potesse morire senza che lui avesse la possibilità di stargli a fianco. D'altra parte, Remus temeva ogni giorno che quella vita fosse troppo per Sirius e decidesse di abbandonarlo.
Così semplicemente si curavano le paure a vicenda, non lasciandosi mai, prendendosi cura l'uno dell'altro.
«Come stai, Moony?» gli aveva chiesto Sirius - e glielo chiedeva in continuazione.
«Sto bene.» gli rispose, sorridendo un po' e accarezzando le occhiaie e il volto stanco di Sirius «Tu come stai? Ti vedo sfinito...»
«Non importa di come sto io.»
«Smettila di dire sciocchezze.»
Sirius si sporse a baciare le labbra screpolate di Remus, aggrappandosi ad esse come se potessero dargli la linfa vitale.
A volte pensava che gli mancava saltargli in braccio, avvolgergli le gambe alla vita, baciarlo e lasciarsi portare in giro in quel modo; Sirius era davvero uno scricciolo rispetto al suo compagno, quindi era un gioco che a loro riusciva facilmente. Ma adesso Remus era troppo magro, troppo debilitato, troppo debole...
A Sirius non importava, voleva solo che fosse vivo, che restasse al suo fianco, anche se avesse dovuto prendersi cura di lui a vita.
Ma Sirius era consapevole che non sarebbe stato così, poteva solo accettare il loro avvenire e vivere giorno per giorno. Che, anche se al momento stava bene, probabilmente neanche lui aveva troppo tempo a disposizione.
Quando Sirius ruppe il bacio gli sorrise ironico e gli accarezzò i capelli.
«Finisco io di sistemare qui, tu va' a farti la doccia, puzzi! Dobbiamo essere da James e Lily tra un'ora.»
«D'accordo, d'accordo, vado!» anche Remus rise, ritrovando la serenità che gli veniva a mancare ogni volta che si trovava tra la gente che non conosceva.
Sirius, James e Lily erano ormai diventati il suo porto sicuro.
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Lights on.
Fanfiction• {Muggle!AU ~ Wolfstar ~ Jily ~ Giornata Mondiale contro l'AIDS ~ 1507 parole} Sono gli anni Ottanta, Sirius, Remus, James e Lily sono quattro giovani amici che dovrebbero pensar solo a godere della loro amicizia e del loro amore. Festeggeranno il...