Ovunque vi era scompiglio.
Persone nel panico andavano avanti e indietro da una casa all'altra per accertarsi che coloro che amavano stavano bene, giovani donne che invece quasi si rallegravano dell'accaduto poiché avevano il loro succulento argomento di discussione per almeno il prossimo mese avvenire e infine bambini, ignari della gravità degli ultimi avvenimenti, che giocavano allegremente a rincorrersi per strada.
I Rossi erano ovunque a pattugliare ogni singola strada di Verum, in cerca di altri complici oltre a colui che erano riusciti a catturare.
Nessuno riusciva a spiegarsi come fosse possibile che fosse riuscito ad entrare.
Le mura erano estremamente protette e controllate con ogni mezzo a disposizione, nessuna cosa o persona poteva attraversarle senza essere vista o percepita.
E la sua riuscita rappresentava una falla nel sistema, una cosa oltragiosa per coloro che erano ai vertici.
Amaya, la più giovane novizia che abbiano mai avuto e la prima candidata a diventare la prossima Celeste, era dentro il laboratorio del Palazzo quando tutto accadde.
Al suo primo giorno di apprendistato si era ritrovata ad assistere a scontri tra le Guardie e il giovane che insistentemente lottava per scappare da uno dei tanti settori che il Palazzo racchiudeva.
Questo però non la turbò minimamente. Nonostante fossero molto rare e insolite situazioni del genere al contrario di ogni Celeste che era presente lì insieme a lei, nulla di quanto visto era riuscito a smuovere il suo animo.
Con occhio vigile e impassibile scrutava attentamente il ribelle di fronte a sé mentre i suoi superiori uno per uno si recavano lontano dal campo di battaglia.
Capelli neri, occhi verdi, una muscolatura evidente ma non eccessivamente marcata. A giudicare dai riflessi e dalla dimestichezza dei colpi, un soldato, un ragazzo abituato a combattere, alto poco più di un 1,70. Lineamenti duri, inespressivi.
Non ci volle molto che le guardie avessero la meglio. Nonostante la sue abilità nel combattere, con l'arrivo dei Sorveglianti non poteva avere speranze.
Lo trasportarono fino ad una delle stanze del corridoio opposto dal quale si trovava Amaya, per poi rinchiuderlo, lasciando però i polsi legati dalle manette magnetiche che precedentemente gli avevano messo.
Amaya, incuriosita, li seguì e andò ad osservarlo ancora dall'enorme specchio a due facce che la camera possedeva.
I due Rossi ai lati della porta la guardarono curiosi e sorpresi nel vederla avanzare verso di loro e soprattutto nell'osservare, che con enorme calma, ispezionava e analizzava il ragazzo come se fosse un semplice animale selvaggio appena scappato dallo zoo.
Cosa che, Amaya, credeva non si allontanasse molto dalla realtà.
"Spostatelo nella camera blindata 701"
Aprì per la prima volta bocca la giovane apprendista, usando un tono freddo e distaccato, degno di una vera Celeste, poco dopo aver riflettuto e esaminato i vari eventi.
I due si guardarono titubanti e incerti su cosa fare. Non conoscevano la giovane donna che avevano davanti, tuttavia portava il marchio di uno dei Celesti più prestigiosi che vi erano a Palazzo, e di conseguenza secondo la loro gerarchia, non potevano esonerarsi dall'obbedire senza mancare di rispetto a colui che l'aveva presa con sé sotto la sua ala.
"Toglietegli anche quelle cose dai polsi e fategli un'iniezione"
Pronunciò subito dopo.Non vedendo nessuna reazione da parte dei Rossi, Amaya, voltò il viso nella loro direzione.
"Allora? Cosa state aspettando?"
Quasi ringhiò contro di loro cercando di capire la ragione della loro esitazione."Signorina, se non siam..."
Il tentativo del soldato di rispondere fu interrotto da un Celeste, titolare inoltre di Amaya.
"Autorizzo io l'operazione Jerry, procedi pure"
Il Rosso non se lo fece ripetere due volte ed eseguí gli ordini.
"Gli apprendisti nonostante godano fin da subito di tanti privilegi non sono autorizzati a procedere in molte operazioni interne in quanto non ancora effettivamente Celesti"
Riprese infine, la sua giovane apprendista con sguardo severo una volta che le guardie non furono più a portata di orecchio.
Amaya, annuì incassando il colpo per poi dirigersi verso la camera blindata 701.
Il Maestro la guardò allungo, sorridendo lievemente pensando al fegato e al sangue freddo che quella ragazzina era riuscita a mantenere per tutto il tempo senza scomporsi di un millimetro. Era rimasto a osservarla attentamente da quando lo scontro aveva avuto inizio e il caos generale aveva dominato il settore nel quale si trovavano e non una singola volta aveva deluso le aspettative riposte.
La seguì qualche secondo dopo per preparare insieme le procedure iniziali.
Tuttavia, poco dopo dovette andare via, non potendo assistere oltre in quanto era solo una novizia e per di più al primo giorno di apprendistato ma qualcosa la bloccò, facendo arrestare i suoi passi e irrigidire impercettibilmente.
Il Ribelle aveva capito di essere nei guai, di aver fatto un passo più lungo della gamba nel momento in cui dopo quell'iniezione non era più riuscito a sentire nulla. L'assoluto vuoto vagava nella sua mente.
Fece quindi l'unica cosa sensata e degna di un guerriero.
Con quel suo sorriso provocatorio aveva detto addio a coloro che amava e mandato avanti la sua battaglia benché fosse ormai arrivata alla fine.
"Dalle ceneri siamo nati
...e alle ceneri torneremo"

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Verum - Dalle ceneri siamo nati e alle ceneri torneremo
ФэнтезиGENERE [DISTOPICO/FANTASY/ROMANCE] Il mondo fin dall'inizio dei tempi si è ritrovato ad essere continuamente diviso. Religione, colore della pelle, sessualità, modi di essere o di espressione hanno causato continue guerre e scontri tra i vari popol...