𝙴𝚜𝚌𝚊𝚙𝚎.

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Gennaio 27, Germania, ore: ???

???' pov

Stavano arrivando.

Me lo sentivo.

Le truppe erano pronte, ma sapevo che la maggior parte di noi non ce l'avrebbe mai fatta.

Era un viaggio troppo pericoloso.
Ma necessario se non volevamo morire tutti in quella notte.

Poi lo sentii.

Un calcetto nella mia pancia.

Era lei, ma non erano i suoi soliti movimenti.

Che anche lei sentisse ciò che stessi sentendo io?

Poi inizò ad agitarsi.

E in quel momento capii anche un'altra cosa. Era in pericolo.

-”Jack, la bambina. Lei deve nascere qui. Altrimenti non ce la farà.”

Notai subito lo sguardo preoccupato del ragazzo, potevo comprenderlo.

Ma se c'è una cosa che ci differenzia, è proprio il coraggio.

E lui in quel momento, sembrava un tenero bambino, innocente.

Nessuno di noi lì era davvero innocente.

L'avevo capito con il tempo.

Ma non serve l'innocenza in questo mondo per sopravvivere.

Quella era l'ultima cosa che ci serviva in quel momento.

Mandai avanti il popolo, se la sarebbero cavati anche senza la loro regina.

Giusto il tempo di dare alla luce un bambino durante una guerra no?

Mi fermai in una piccola grotta dove non avrebbero potuto trovarci.

Strano mettere al mondo la propria bambina in questo modo no?

Se fossi stata un'altra persona ce l'avrei fatta? Probabilmente no.

Ma ciò che più amo di me è proprio questo.

Rischiare con il fuoco.

Jack's pov

Non avrei mai avuto lo stesso coraggio della ragazza.

Non che mi facessi intimorire dalle difficoltà, ma semplicemente ero meno coraggioso della mia regina.

Aspettai fuori dalla grotta, pronto ad attaccare nel caso fossero arrivati i  nemici.

Una ninna nanna.

Sorrisi.

La nostra bambina.

Appena la regina uscì da quel posto il mio sguardo cadde immediatamente sulla piccola creaturina che teneva in braccio.

Era qualcosa di inspiegabile. Non avevo mai visto tanta bellezza in un piccolo neonato.

E non lo dicevo perché era mia figlia, ma sembrava essere così particolare il suo visino..

Era magrolina e piccola, fin troppo, ma non potevamo farci nulla, aveva rischiato di morire e a me bastava averla davanti, non mi importava del resto.

Aveva gli occhi chiusi, stava riposando.

Non aveva pianto, o almeno non avevo sentito nulla.

La sua pelle era come il latte, ma si abbinava benissimo ai piccoli ricciolini che aveva.

Riccioli bianchi, come quelli della sua mamma, e neri come i miei, ma i lineamenti erano simili a quelli del suo papà.

-"Questa bambina è speciale." Disse la mia amata, mettendomela tra le braccia.

La guardai confuso, facendole cenno di continuare.

-"È molto più di una semplice creatura. In lei risiede qualcosa di inspiegabile."

Guardai la piccola, un sorrisino tenero sul visino color latte.

-"L'amore proibito." Sorrise la giovane donna con gli occhi lucidi.

-"Te lo aveva promesso poco prima di morire... Sarebbe ritornata e sarebbe rimasta al tuo fianco per tutta la vita." Mi scese una lacrima che asciugai subito.

-"Non commetterò lo stesso errore." Strinse i pugni, guardandomi poi negli occhi.

-"Non è sta-" Mi interruppe.

-"Dovevo combattere con lei quel giorno."

Attimi di silenzio ci furono tra noi.

-"Adesso però è qui... Ed è l'unica cosa che conta." Cercai di rassicurarla.

-"Entrambe sono qui." Rispose sorridendo leggermente.

-"Si sono ritrovate, sapevo che il loro amore era inseparabile, nonostante appartenessero a due mondi diversi." Cullai la piccola.

La donna annuì, avvicinandosi poi al suo drago in attesa di volare lontano da lì.

Feci lo stesso.

Notai la piccola guardarsi attorno curiosa, per poi fare una carezza alla creatura magica.

Era così pura.

Avrei voluto ammirare un po' di più la mia bambina, ma non c'era più tempo.

Dovevamo assolutamente andare via da lì.

-End.

𝚞𝚗𝚝𝚒𝚕 𝚝𝚑𝚎 𝚕𝚊𝚜𝚝 𝚋𝚛𝚎𝚊𝚝𝚑 ~𝚁𝚎𝚟𝚎𝚗𝚐𝚎~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora