La prefettura di Iwate si trova nella regione di Tohoku, sull'isola di Honshū e il suo capoluogo è Morioka. È la seconda prefettura per superficie del Giappone dopo l'Hokkaidō, possiede 1,4 milioni di abitanti e confina con le prefetture di Akita, Aomori e Miyagi. Fra le attrazioni più famose vi sono i templi buddisti di Hiraizumi, il castello di Morioka e il parco Tenshochi a Kitakami, famoso per uno dei più grandi e vecchi ciliegi del Giappone.
Genzo chiude il libro, stanco della lezione di geografia indesiderata e inizia ad osservare il paesaggio che scorre dietro al finestrino del treno «Ti sembra interessante?» lui scrolla le spalle «Un posto vale l'altro.» «Vedrai, ti piacerà. Dove viviamo è abbastanza tranquillo, l'unica pecca è che non ci sono molti ragazzi della tua età, in realtà ce ne è solo una, ma questo poco importa farai amicizia a scuola.» «Come se ci fossero persone interessata a far amicizia con un ex carcerato. Preferisco starmene per conto mio.» risponde atono non distogliendo lo sguardo neanche per sbaglio dagli alberi che appaiono e scompaiono dalla sua vista «Non dire così Genzo-san, vedrai che ti adatterai bene. La figlia della nostra vicina ha la tua età, sono sicura che ti darà una mano ad ambientarti. È una ragazza gentilissima, un vero angelo.» pronuncia la signora Wakabayashi sorridendogli, lui la guarda per un breve istante poco convinto "Tanto le ragazze sono tutte uguali, mi stanno appiccicate solo per i soldi, inoltre sono petulanti e stupide, si vendono con troppa facilità per raggiungere i loro scopi." commenta tra sé e sé, però le risponde dicendo «Vedremo» per non essere scortese, dopotutto loro gli stanno dando l'opportunità di ricominciare.Una volta arrivati alla stazione è ormai pomeriggio, anche se il sole è tramontato da un bel po'. Giunti alla macchina Genzo osserva suo zio togliere i due seggiolini «Hai due figli piccoli?» lui annuisce «Si, un maschio di quattro anni che si chiama Heiji e una femminuccia nata da poco.» «La piccola Ai.» suo zio alza gli occhi al cielo «A me continua a non piacere questo nome, volevo chiamarla Ayame o Kaori.» borbotta lui «Tu che ne pensi, quale nome era meglio?» Genzo lo guarda sorpreso «Non lo so... ehm sono belli tutti e tre...» risponde quasi balbettando, la signora Wakabayashi guarda malissimo il marito «È inutile che ti lamenti, avevamo degli accordi ben precisi.» Genzo si lascia sfuggire un sorriso «Si, lo so, però potevi sceglierne uno migliore...» «Smettila, tua figlia ha il nome più bello del mondo!» «Permettimi di dissentire.» «Fai quello che vuoi, tanto ormai è quello il suo nome, non lo puoi cambiare.» gli risponde la moglie facendolo sospirare.
Le luci delle case illuminano la stradina con pochissimi lampioni «Come puoi vedere siamo in aperta campagna e le case sono pochissime.» gli dice lo zio guardandolo dallo specchietto retrovisore «Effettivamente sembra tranquillo.» «Senti Genzo, da adesso in poi dimenticati il fatto di avere domestiche che ti scorrazzano per casa, perché da me non ce ne sono, inoltre, la casa non è neanche la metà della villa di Fujisawa, perciò dovrai adattarti.» lui annuisce «Domani ti farò vedere il terreno dietro l'abitazione, sai ho messo su un campo di coltivazione e mi sono preso una laurea in agricoltura presso l'università di questa città.» mette la freccia per girare a destra «Se tuo nonno lo sapesse mi ammazzerebbe, ma sono certo che qualche uccellino gli abbia già detto che sono stato io a comprare il terreno.» Genzo aggrotta le sopracciglia «Hai comprato il terreno dalla tua famiglia?» «Si, un giorno andai in banca e spostai tutti i miei soldi verso un nuovo conto , successivamente contattai il rivenditore del terreno e trattai il prezzo. Volevo staccarmi da loro una volta per tutte, se non avessi fatto così avevo paura che un giorno sarebbero arrivati e mi avrebbero sfrattato, perciò stipulai un contratto di vendita e ora sono l'unico proprietario di quel pezzo di terra.» «Sei stato coraggioso nel farlo.» «Si, è vero. Avevo bisogno di aria e alla villa ero continuamente oppresso da tuo nonno, mi sembrava di stare in una gabbia.».
Il silenzio cala, poi la donna dice «Siamo arrivati, quella lì giù è casa nostra.» gli indica la signora mostrando una piccola casa con le luci accese «Hai fatto bene a lasciare le chiavi ad Agnese, sicuramente avrà fatto già mangiare i bambini.» dice Terao «Speriamo che Ai abbia fatto la brava, mi dispiace averle lasciato anche la piccola. Un conto è avere a che fare con Heiji, un altro è prendersi cura di una neonata.» gli risponde la moglie «Agnese è abituata con i bambini, ha due fratelli minori, quindi non vedo la preoccupazione.» «Mi fido cecamente di lei, ma non vorrei che Ai abbia pianto tutto il tempo dandole fastidio.» «Continuo a non vedere la tua preoccupazione, Ai sta sempre zitta quando Agnese la prende in braccio, perciò non penso che abbia lagnato molto.» le risponde parcheggiando l'auto nel vialetto. Come l'auto si ferma la donna scende di corsa e si precipita in casa «Io non la capisco.» dice voltandosi verso il nipote «Non sposarti mai, te lo consiglio.» «Per ora non ci penso neanche lontanamente.» «Fai bene.» sospira scendendo dall'auto «Senti, lo so che non sei abituato ai bambini e Ai tende a svegliarsi di notte urlando come un ossesso, perciò capirò benissimo se vorrai andare ad abitare alla casetta in legno giù in fondo. È da sistemare, perché sta cadendo a pezzi, però se ti piace ci mettiamo con chiodi e martello e la rimettiamo a nuovo.» «Grazie, davvero...» risponde beccandosi una pacca sulle spalle.Una volta varcata la soglia trovano Heiji accoccolato tra le braccia di Agnese e Ai che dorme beatamente nella culla «Che avevo detto?» sussurra al nipote, la donna sentendolo lo fulmina con lo sguardo poi si volta verso la giovane «Sei eccezionale, grazie.» «Si figuri, l'ho fatto con molto piacere. Sono due angioletti, mi piace stare con loro.» risponde la ragazza sorridendole «Agnese, perché non rimani un altro po' a giocare?» le chiede il bambino «Ora è tardi e tu devi andare a nanna, se vuoi però ti vengo a rimboccare le coperte.» il piccolo esulta «Mi racconterai la storia di Mister Caciotta e il topino birichino?» «Si, certamente.» e salgono di sopra tenendosi per mano. Terao ride «Quando avrà figli sarà la madre dell'anno.» «Si, è vero, ci sa proprio fare con i bambini.» «Per non parlare del fatto che sia un ottima donna di casa e che sappia cucinare da dio.» commenta l'uomo buttando un occhio in cucina «Ha preparato qualcosa?» «Niente che sia per te.» «Polpette di riso?» la donna si sposta leggermente facendo brillare gli occhi del marito «Pancia mia fatti capanna!» ma lei lo blocca «Non osare, piuttosto fai vedere la camera a Genzo-san.» «Va bene...» e indica le scale al nipote.
Genzo e Terao salgono le scale molto lentamente facendo attenzione e non disturbare Heiji ed Agnese, una volta arrivati al secondo piano Genzo si sofferma ad osservare i due dalla porta lasciata semiaperta «...e fu così che Mister Caciotta venne premiato per l'onore svolto alla cittadina di Pingpong, assumendo la carica di "Capo cacciatore di topi dispettosi per l'Ufficio di Gabinetto" controllando minuziosamente che nessuno infrangesse più la legge e così visse felice e contento.» conclude Agnese tirando su le coperte ad Heiji che dorme come un sasso. Tarao lo scrolla e gli indica la stanza che sua moglie Kiyoko gli ha sistemato «Che razza di storie gli racconta?» domanda perplesso, l'uomo ride «Le inventa lei, a Heiji piacciono da morire e quando Agnese non c'è chiede a me di raccontargliele, ma finisce che a parlare è lui perché io sbaglio sempre qualcosa.» risponde sconsolato e mezzo divertito.
Genzo entra nella stanza trovandola molto carina «Se vuoi farti una doccia il bagno è nell'ultima porta a destra, prenditi tutto il tempo che ti serve per familiarizzare con l'ambiente.» gli dice lo zio chiudendosi la porta alle spalle.Agnese scende le scale, ma a metà strada viene bloccata dal signor Wakabayashi «Agnese, grazie mille, tieni.» e le porge 4.000 yen «Non è necessario, lo faccio con molto piacere, davvero.» ma lui insiste e lei sospira infilandoseli in tasca «Perché non rimani a cena?» ma lei nega con la testa «Non posso, ho molti compiti da finire.» l'uomo annuisce «Va bene, non insisterò oltre. Grazie per averci preparato la cena, non dovevi.» «Avevo immaginato che sareste rincasati tardi, perciò ho voluto aiutare sua moglie. Ora mi scusi, ma devo proprio andare.» porge un inchino e si congeda lasciando la casa.
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Holly e Benji: Ashes (Volume 1).
FanfictionLe sue orecchie percepiscono il suono secco di chiavi che vengono sbattute contro il metallo "Hanno un mazzo con troppe chiavi, ogni volta per aprire o per chiudere fanno un rumore insopportabile." pensa con le mani dietro la nuca disteso sulla sua...