Le domanda: ma non lo volevi anche tu, amare per essere amata, una ballata senza stonature, un cavaliere in armatura e tutte quelle cose lì? Margaery sorride, ha una cicatrice frastagliata sul petto, lì dove dovrebbe trovarsi il cuore: certo che no, commenta piano, non sono mica sciocca - è cresciuta nella bambagia cotonosa di Altogiardino, ma mai nessuno è stato così folle o ingenuo da inculcarle che sia giusto e sensato, avere dei sogni. O, meglio, va bene sognare: potere, ricchezza e influenza (tutte le cose che puoi ottenere, ha sussurrato suo padre mentre le metteva la corona in testa, tutte cose che avrai). E Sansa Stark, che è tutta un sogno spezzato e irrealizzabile, ma mai per questo meno prezioso, la guarda e tace. Non sarò mai regina, confessa, forse nemmeno vorrei esserlo più: voglio tornare a casa, casa mia, avere una famiglia tutta mia, se mai qualcuno potrà volermi ancora, ricucire le ferite strappate nell'arazzo di mia madre e mio padre. Margaery ride, scuote il capo - e pensi che ci vorrà ancora qualcuno, dopo tutto questo? - battendosi un colpetto sul petto: ha una cicatrice sul cuore e, controluce, pare una corona di spine.
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