Aeris è nata in un gelido pomeriggio d'inverno, agli albori dell'ultimo anno del drago d'oro e del terzo millennio dopo Cristo. Aeris è nata nei pressi del centro storico, arroccato su una collina, del capoluogo di regione più alto d'Italia, in un ospedale che ora non esiste più.
Aeris ha vissuto per un terzo della sua giovane vita con sua madre e suo padre; per gli altri due terzi, con sua madre, o suo padre.
Aeris ha visto la sua unica amica andare via da lei in un bus verso il tramonto di un giorno di fine estate, a circa metà della sua esistenza; ora, appena le capita l'occasione, anche lei sale su un bus per andare a trovarla, nella sua nuova città due ore più a sud.
Aeris ha capito di essere brava ad esplorare luoghi visibili solamente a lei stessa, e poi a raccontarli a chi non ci potrà mai entrare, grazie ad un'insegnante dal nome luminoso, maestra più di vita che di italiano.
Aeris è il nome d'arte di una ragazza chiamata come la sua nonna paterna, di cui non conserva nemmeno un ricordo, ma che crede sia all'origine della vena artistica che scorre dentro di lei.
Aeris ha un significato complesso e antico, variegato come la fantasia di colei che lo ha scelto come pseudonimo e che adora scrivere di sé in terza persona.
Aeris sa che usa sempre frasi troppo lunghe, ma spesso non trova altro modo per esprimere tutte le sfumature con cui vorrebbe colorare il mondo.
Perché Aeris è tra quelli che lei chiama immaginatori, e danza con loro sul sottile confine posto tra sogno e realtà.
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