"Buonasera Bambini. È un piacere trovare, amanti dell'inquieto o gioviani curiosi del fantastico come voi. Da dieci anni, vago in queste lande, assetato di storie, così come di giochi danzanti di sol rime calanti. Mi perdo a mirare sotto un lampione il gocciolare del cielo e comprendo in quegli istanti, quanto di infinito ci possa essere in ognuna di quelle lacrime. Così, giungo qui, ancora. Questo, non è altro che un lungo vestito di maschera decorato, indossato solo per porvi invito. Vorrete voi entrare in questa mia villetta, ove sol casti pargoli abbietti, dal perso di pecunia, voi gioirete. Sappiate che da me messere, vi saran tante burle, poichè amo in voi, o tarlo viaggiatore, il solido astro che tanto vi s'attacca alla caviglia, come un pargolo. Mirate a tale luce, come Icaro, credendo di porvici mano, e belarvi nella coscienza di Dio. Se non ne foste accecati, vedreste il buio. Miei cari, questa è la mia villetta: un trombettar di sassofoni acuti nella landa ove i tuoni son muti. Eppure, con gelido orecchio, li udirete. Così, come le stelle che credon di essere eterne, mi congedo, tra le fauci della notte."