Azuki è una Maschera. 

È la Maschera che porto quando lo sguardo del mondo mi pesa troppo. 

Da dietro i suoi occhi, partiamo insieme per mille avventure, alla ricerca del nostro più grande sogno: un luogo dove sentirci a casa... Ma non riusciamo mai a trovarlo. 

Noi pensiamo sia perché abbiamo qualcosa di rotto. 
Ne parliamo spesso, a volte ci scherziamo sopra, perché forse riderne è l'unico modo per spezzare quella che, giorno dopo giorno, assomiglia sempre più a una maledizione.


Di solito ci incontriamo quando siamo tristi e cerchiamo qualcosa che ci dia un motivo per andare avanti: il sarcasmo aiuta molto, ma ha il gusto di una medicina amara. 
No, neanche una medicina, un palliativo che ci 

distragga dal dolore concentrandoci sull'assurdità a cui la vita ci mette di fronte.


Quando le cose non si mettono così male, la chiamo perché mi racconti una delle sue strane avventure: lei 

è speciale, ha poteri e capacità che vanno ben oltre l'umano e con essi si infila sempre in qualche strano 

guaio. 

A volte lo fa apposta, perché non riesce a sopportare la sensazione di vuoto che la pervade; a volte ci 

finisce perché cerca di aiutare gli altri. 


A volte sono storie al fulmicotone, dove si scatena per aiutare i "buoni", altre volte sono storie di come 

scivolando da un'ombra all'altra è andata a caccia dei "cattivi"; altre ancora non si tratta di nessuna 

battaglia per il "bene di tutti", ma solo di come, una volta di più, ha cercato di trovare pace rifugiandosi in 

qualche angolo nascosto del suo mondo, nella speranza che quel mondo la lasciasse stare.


Ovviamente non funziona mai.


Qualcuno ha sempre bisogno dei suoi poteri o semplicemente le ricorda che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità"