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Carlo 14 anni
"Etichette di ogni tipo, viviamo di etichette: attaccate sui pantaloni, sulle camicie, sulle scarpe, e anche sulla fronte. Quello ha l'etichetta che è bello, quell'altro che è matto, quella che è scema, quell'altro che anticonformista. . E uno si deve adattare per forza, perché c'è un' etichetta anche per chi non si adatta, quella di "disadattato". Tutto ciò è avvilente, e mi sembra che tutta la mia crescita sarà decidere sotto quale ombrello di etichette andare a finire. Tutti ormai vi trattano male, prima ti obbligano a essere come un'etichetta, come gli altri, e poi ti insultano dicendoti che sei giovane, quindi sei criminale e violento. Spero che la gente impari a ragionare meno per etichette, ma iniziare a capire che Non siamo solo figli dei nostri genitori , ma anche del mondo e delle idee che ci manda " Ciascuno è specchio dell'altro e riflette chi passa" e di fare anche noi ogni tanto da specchio, evitando per quanto è possibile di rimandare pregiudizi e immagini stereotipi."