80 anni fa, a questa data, gli Alleati abbattevano i cancelli di Auschwitz, dove ancora sopravvivevano i pochi superstiti.
Erano terrorizzati, magri, feriti; non capivano cosa stesse accadendo, solo che forse c'era ancora speranza di sopravvivere fuori dal clima di morte dentro cui avevano vissuto.
Sono stati fortunati: i morti, solo ebrei, sono stati 6 milioni, circa la metà del effettive vittime dell'ultima parte del dominio del Fuhrer.
La guerra era finita e i tedeschi avevano perso, ma ancora qualcuno voleva ostinarsi ad uccidere più persone possibile, trasferendole in altri campi e condannandole così a morire nel freddo polacco.
I pochi rimasti (Levi parla di 4 persone nel suo vagone di 52 persone), sono stati costretti al silenzio - Se questo è un uomo ha necessitato un decennio per essere pubblicato - ed anche quando sono stati ascoltati, qualcuno non ci ha creduto ed alcuni ancora non credono sensibilmente alle atrocità, sollevando fanatismi neofascisti.
Forse è stato questo a spingere il chimico torinese al suicidio e molti altri a tacere per anni, non pensate?
Gli orrori che queste persone hanno visto sono inenarrabili, così come lo sono quelli a cui assistono ogni giorno le vittime della guerra.
Voglio portare alla vostra mente l'evidenza che attualmente i conflitti in atto non sono contabili e le bugie che ci permettono di accettarlo talmente credibili che è difficile discernere la verità dalle menzogne. L'unica cosa certa è che da sempre è un atto un genocidio: è insito nell'anima umana; si vede anche nella vita di tutti i giorni in episodi quali risse, bullismo, stupri...
Questo però non giustifica la nostra accettazione di essi e la nostra arresa alla Banalità del Male.
Siamo consapevoli!