Sai di cosa mi sono resa conto? Che è facile parlare. Molti usano questa frase come forma di liberazione. Liberarsi di un dolore che non sempre si può esprimere a parole. Molti credono che gli altri possano capire in che stato d’animo essi si trovino. Ma non è affatto vero. È facile dire “il tempo guarisce tutte le ferite” , “ non preoccuparti passerà.” Ma non è vero. Non passa assolutamente niente. È facile parlare quando il dolore non è il proprio. Quando non si soffre personalmente è facile dare consigli e chiedere affidamento al tempo. Ad un tempo che ti fa solo rendere conto che a quel dolore che si deve tutto. Si, perché diventa nutrimento per la tua vita. Quel assenza di felicità che diventa essenza di vita. È facile parlare quando non è il tuo tempo ad essere bruciato. Quando non si è personalmente coinvolti, quando non è la propria vita ad essere appesa ad un filo, quando non sono i loro occhi a vedere il buio che oscura tutti i colori. Perché è così. Non esiste tempo che guarisce le ferite, le fa solo rimarginare ma la cicatrice resta, resta ricordando che tutto quello che è accaduto ha fatto così male da non poterlo rimuovere. Solo questo fa “il tempo” di cui tutti parlano. Ma forse, una cosa “il tempo” la fa. Lascia i segni. Lascia i ricordi di tutto quello che è accaduto, lascia il profumo di quel essenza che dava nutrimento non se la porta via. Come non si porta via tutto il resto. La fa rimanere lì, incastonata fra una lacrima è un sorriso perché non c’è cosa peggiore di rivedere “quel tempo” in cui si sorrideva diventare ombra. Ombra che fa versare lacrime amare perché “quel tempo” non torna indietro. Per questo, ho capito che quando il dolore non è il proprio diventiamo tutti “quel tempo”. #Citazioni.#Mie.#AmicoNemicoTempo.