Ho iniziato a scrivere, un po' così,  quasi per gioco nell'estate del 2019 durante un viaggio transfrontaliero in Africa dalla Namibia, attraverso il Botswana fino alle cascate Vittoria nello Zimbawe. Mi divertii a tracciare dei ritratti a parole dei miei 7 compagni di viaggio, più di 4000 km insieme in 15 giorni, gomito a gomito, giorno e notte, spesso in tenda a volte in caratteristici lodges, mi hanno dato modo di tracciarne dei profili direi psicologici che sono stati molto graditi dai partecipanti. 
Introspezione, comprensione delle fragilità umane, valorizzazione delle buone qualità che tutti abbiamo e un pizzico di ironia sono stati gli ingredienti fortunati. 
Da allora non ho più smesso di scrivere e mi sono sbizzarrita con profili di parole per amici, parenti, figlia, tanto che si e' sparsa la voce e qualcuno addirittura me li ha commissionati su richiesta! 
Non scrivo su richiesta però ... ho bisogno di conoscere e vivere la persona, anche per poche ore; spesso sono impressioni, valutazioni d'istinto e l'istinto difficilmente si sbaglia. 
Poi durante il  lockdown di marzo 2020 il primo corso di scrittura creativa e autobiografica e sono nate le mie poesie introspettive o di sensazioni scaturite da viaggi, incontri, considerazioni sulle mie passioni, l'architettura, la natura e la danza.
Scrivere come atto liberatorio, intimo e intenso. È come aver aperto un vaso che stava per esplodere, un liberare pensieri e paure troppo soffocate da anni. Finalmente ho trovato un modo per conoscermi meglio e perché no imparare ad accettarmi. Un'apertura verso il mondo con uno sguardo diverso, aperto e gioioso.