“Questo testo è prettamente autobiografico e ispirato a vicende personali e della mia famiglia ma ho deciso di scrivere raccontando l’infanzia con gli occhi e la consapevolezza “del poi” per paura di dimenticarla.
Conosco, e ho conosciuto, davvero troppe persone che l’hanno fatto arrivando, così, a non riuscire più a capire le esigenze, ed i “perché”, celati dietro tanti comportamenti dei più piccoli arrivando, così, a creare delle barriere, da adulti, interposte non solo fra il mondo dei più piccoli e quello attuale ma anche fra persone.
Mettere da parte i sentimenti e le sensazioni di quegli anni significa, spesso, non riuscire ad essere persone complete ora né tantomeno eventuali genitori d’esempio un giorno.
Questi sono stralci di infanzia e riflessioni dettate dall’animo del poi, camminando avanti, ma voltandomi un istante indietro, fra lacrime e sorrisi, prima di voltarmi di nuovo verso il cammino che mi attende.
Ho avuto un’infanzia fantastica, e per questo sono grato, a tanti, di tanto, e un pensiero enorme e costante va a chi, per un motivo o l’altro, di infanzia, non ne ha avuta nessuna”.
Francesco
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