Sono qui come autrice a ricordare quanto ciò che scriviamo può nuocere alla salute mentale degli altri.
Sono qui come autrice a distaccarmi totalmente da persone che si avvalgono di questo “titolo” per un puro scopo di lucro.
Ho delle idee, le perseguo, lotto per il mio diritto di autrice di dire quello che voglio esattamente come lo voglio.
Solo io autore so cosa voglio esprimere, le sensazioni che voglio far emergere dal mio testo, le dinamiche che voglio affrontare.
E lo faccio consapevolmente, ogni giorno, con cura e tatto, con amore e rispetto. Rispetto per le persone, per la salute mentale che è un tema che ho molto a cuore.
Questo non è un post strappalacrime in cui commemoro la vita di una bella persona.
Questa è una polemica. Nel senso letterale della parola.
É inaccettabile che del mio stesso “titolo” di autore si avvalga una persona che ha usato i miei stessi mezzi ma per uccidere, distruggere, guadagnare.
Senza cura e senza amore.
Maya Henry, mi sono stretta a te quando le accuse di abusi contro Liam sono venute fuori. Denunciare é giusto, é un diritto, é la strada giusta per uscire dall’abisso in cui le cose orribili che hai vissuto ti hanno trascinata.
Quello che non è giusto, però, è il modo in cui in “Looking Forward”, il tuo ormai Bestseller che ti sta facendo guadagnare a dismisura, parli dei disturbi mentali di Liam e della sua tossicodipendenza, di cose strettamente private della sua vita, non con lo scopo di denunciare ma con quello di fare soldi.
Hai diffamato, dilaniato, trascinato di nuovo nella depressione una persona che recentemente ha trascorso 100 giorni in una struttura per curarsi, per la sua vita e per suo figlio.
I nostri mezzi possono uccidere, ciò che scriviamo può uccidere.
Per questo, fatelo con cura e con amore.
Mi unisco al dolore dei genitori e del figlio Bear.
Ciao Liam, in paradiso non ci sono cucchiai