"Esco di casa e ci sto dentro, la mia città grande quanto grande il mondo, a volte mi ci perdo non la conosco fino in fondo eppure so quanto Roma capoccia è splendida al tramonto per molti un vanto, riflessa nello specchio dei negozi persa in mille vizi, troppi pezzi troppi palazzi, mille facce mille storie mille volti hai giurato ma alla fine poi ti scordi qualcuno te lo scordi se lo perde per la strada ma Roma se ne frega in cambio dalla notte che ti invita fredda che quel freddo ti rimane a volte così calda che quel freddo te lo fa scordare, così viziata e vissuta nello stesso tempo
insegna quante volte ch'ai da esse svelto troppe volte ha visto l'amore fasse rosso su una lama de cortello ma dimmi quante volte hai visto il cielo sopra Roma e hai detto quant'è bello, viettelo a vedè dall'alto scavalca il muro al foro e viemme accanto eccola e stasera non farà la stupida
darà le mejo stelle la mejo luna che me illumina.
La Roma bene acchittata che pe acchittasse paga le sale giochi la mattina coi pischelli che hanno fatto sega il fronte i fasci il forte gli autonomi le situazioni brutte di notte stazione termini il bionno tevere il cielo sopra Roma che non smette mai de vivere."