Pensavo che chi fugge nell'arte è perché, spesso e volentieri, ivi cerca fama d'immagine, un trampolino per meglio emergere nella realtà che l'arte si occupa di imitare, come diceva Aristotele. Arte come esibizionismo.
E se fosse abnegazione?, reclusione? Negare ciò che è e rinunciare a tutto ciò che ciò che è comporta per viver di ideali e arte?, vivere su un pianeta deserto come Wall-E, che fa dell'arte il suo carattere e della sua imitazione ciò che lo rende speciale ma solo. Se oggi, l'artista diventasse colui che nell'arte imita la realtà ma che nella realtà imita l'arte un po' rinunciandovi, in un rapporto di reciproca corrispondenza per migliorare ora uno, ora l'altro, e insieme peggiorare la vita?
Abnegazione.
Il segreto per la gloria eterna. È possibile o solo un'utopia?