TEMA DI SCUOLA:
Perché ci sono delle navi pronte a partire? Chi è a capo di tutto? Per Giunone! Enea! Vuole abbandonarmi anche lui! Pensavo che sarei stata felice, come con Sicheo e poi me lo hanno portato via! Infine resto sempre sola, che senso ha vivere? Diceva di amarmi e adesso mi abbandona! Il pugnale freddo comincia a pizzicarmi il petto. Ma come posso porre fine anche a un'altra vita?
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Per volere di Zeus devo lasciare la donna che mi ha fatto sentire felice. Ma come posso io trascurare la volontà degli dei?
Mi colpisce una luce, arriva dall’alto, da un’altura. Sembra il riflesso di qualcosa, di un pugnale alla luce della Luna. Quella è… Didone?
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“Didone, aspetta!” La mano di Enea afferrò quella della regina.
“Come puoi avere il coraggio di abbandonarmi?” Lo sguardo poteva far paura a un dio, pieno di odio, di dolore. “Ti ho dato tutto: la mia fiducia, la mia immagine! Io mi sono concessa a te! Lasciami!”
“Come potrei mai decidere di lasciarti per mia volontà? Tutto questo è opera degli dei! A Troia ho vissuto il dramma di perdere la famiglia e in te l’ho ritrovata”
“E cosa vogliono da te, gli dèi onnipotenti?”
“Vogliono che fondi una città ma dipendesse da me, resterei qui con te, darei un re al tuo popolo”
“L’Italia è più importante di tuo figlio?” Enea non capiva di quale figlio stava parlando?
"Io non sono padre proprio di nessuno!”
“Aspetto un figlio da te, Enea.” Ecco perché ancora non aveva posto fine alla sua esistenza. “Porto nel mio grembo un bambino che adesso vedrà finire la sua vita per il dolore della madre e per l’abbandono del padre!”
“No!”
“E tu come puoi abbandonarmi?”
“Didone, dammi il pugnale. Non lascerò che tu ti tolga la vita!” La regina non lo fece, anzi, lo strinse ancora più forte. Enea si gettò su di lei, strinse l’arma e riuscì a sottrarglielo
“Oggi nessuno morirà” Le accarezzò il ventre.
“Andiamo. Io devo partire, e tu verrai con me”
“Portami via, ho già scritto un biglietto ad Anna: la città ora è nelle sue mani.