@Klehana Ti ho scritto gli anni di nascita perché non possiamo comprendere con la mentalità di oggi certi atteggiamenti, se non ci immedesimiamo nel contesto storico, sarebbe… anacronistico… si dice così? Quelli erano gli anni di due conflitti mondiali, di due dopoguerra, mangiare era la preoccupazione maggiore non certo la comprensione dell’”essere” altrui. La pace porta questa meravigliosa coscienza sociale per le classi “più deboli”, per le minoranze, di cui godiamo oggi.
Il problema di nonno non era tanto chi amasse mio zio, ma il fatto che non accettasse di prendere parte alla farsa che la società dell’epoca imponeva. Dovevi sposarti con una donna , fare figli (perché l’uomo era considerato macho perché inseminava) e poi nel tempo libero potevi fare quello che volevi con chi volevi, ma di nascosto. Mio zio voleva vivere alla luce del giorno, senza ostentare, solo vivere per come lui si sentiva di fare. L’educazione ricevuta, la società e suo padre… tutto alla sua epoca gli urlava di essere “sbagliato” ma lui non poteva essere diverso da come era e così ha vissuto lacerato.
Non so se sono riuscita a spiegarti le dinamiche dei fatti, sai che ho un bagaglio culturale fallato da pessime scuole.
Buona giornata mia cara e grazie. Ela