Lene85

Quando Nami irrompe nella sua cabina e lo afferra con forza per le spalle, tirandolo su dal letto con uno scrollone, Sanji può dire di aver fatto un sogno simile una volta. Nami, ovviamente, era molto più dolce e molto meno vestita,  e ovviamente non finiva con la navigatrice che lo prendeva a sberle.
          	
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Acqua lo tira a sé con un braccio e Ventus appoggia il volto nell’incavo della sua spalla. Ha sempre amato il suo odore, non ricorda sua madre, ma è certo che emanasse un profumo simile: dolce, delicato, simile al miele caldo in estate. Chiude gli occhi quasi senza accorgersene mentre inspira profondamente.
          «Chi dei due ha appena russato?»
          «Terra.»
          [Pre: Terra/Ventus] [Ventus/Terra/Acqua|| Friendship]
          
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CAPITOLO CINQUE 
          
          «Non me ne intendo molto, ma credo che tu abbia almeno un paio di costole rotte.»
          «Mh.»
          «E anche la ferita alla nuca non mi piace, potresti avere una commozione celebrale in corso.»
          «Mh.»
          «Quando torneremo alla Sunny ho intenzione di fare un'orgia con Franky, Jinbe e Brook. Forse anche Usopp, devo capire se pensa ancora a Kaya o no.»
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CAPITOLO QUATTRO:
          
          «Cuoco…Non ho fatto nulla che quel tipo non si sia ampiamente meritato.»
          Sanji spalanca gli occhi senza voltarsi. Il Marimo vuol parlare senza la minaccia di usare le maniere forti? Pinze, tenagli, calci in bocca? Deve aver preso una bella botta cadendo o forse l’aria viziata delle miniere deve star agendo sul suo organismo di rapa andata a male. Decide di mettere subito da parte i suoi dubbi ortofrutticoli e si gira a guardarlo da sopra una spalla «Quella persona ha ucciso i miei genitori.»
          
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CAPITOLO TRE:
          «Sei preoccupato per me, Marimo?»
          «No.» Sì.
          Sanji arriccia un angolo della bocca in un mezzo sorriso mentre guarda Zoro superarlo e riprendere la strada verso il fondo della miniera. È così cristallino, a volte, da sembrare un bambino.
           Ridacchia, scrollando la testa «Sto bene, broccolo scaduto.»
          «Non mi interessa.»
          «Non sembrerebbe.»
          
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«Allora i fiori non servono più.»
          Gallias è ancora piuttosto dolorante quando va a sedersi sul suo trono di paglia e rami intrecciati «Capisco. Meglio per il ragazzo, il decotto curativo ha un sapore orribile.»
          «Scusati!» Zoro osserva il gomito puntato al suo fianco, poi Sanji.
          «Perché? Mi hai detto tu di tagliare corto.» Si ritrova la mano del cuoco alla nuca e spinto in avanti «Il mbói ti ha ridotto il cervello a groviera, cuoco?» Farfuglia mentre cerca di fare forza e di tornare dritto.
           
          https://www.wattpad.com/1380848076-hey-you-capitolo-2-di-3

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Se deve essere sincero, non ha ancora ben capito come funziona il suo Haki.
          Sa solo che quando la bordata arriva, non è il senso di conservazione verso sé stesso a muoverlo, nemmeno per Nami, poco più in là sul pontile rispetto a Zoro. Quando il colpo arriva, è lo spadaccino che mette a terra, spingendolo per le spalle, buttandosi su di lui per tutto il suo peso e rotolandogli oltre, spinto dalla fitta di dolore alla schiena che per una manciata di secondi gli mozza il respiro.
          «Sanji?» Lo sente farfugliare mentre si solleva sui gomiti e torce il busto per guardarlo. Vorrebbe farsi una risata, è la prima volta che lo chiama per nome da che si conoscono, ma il male che sente gli permette solo di gorgogliare un suono vagamente divertito.
          
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«Maledizione, è maggio, perché fa così caldo?»
          Il sole così basso da sembrare lì solo per far dispetto,  brucia così tanto da costringere i più a ondeggiare, quasi inconsciamente, sul posto per sfuggirgli. Mariele ha gli occhi quasi chiusi mentre aspetta che l’ennesima fila scorra, passando anche lei il peso del corpo da un piede all’altro. Una parte di lei, quella che non sta badando alle chiacchiere dei compagni che la circondano, non può fare a meno di chiedersi se tutto quello non sia solo un enorme incipit del resto della sua vita. Una previsione di quello che l’attende da ora in avanti mostrato a piccoli bocconi. 
          « Che vita di merda…» Bisbiglia.
          
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