In quelle ore, unicamente in quel fugace momento, ero forse vivo? Quando saprò ascoltare di nuovo i tamburi del fato? E saprò svestirmi di ciò che abbaglia la mia vista?
Tutto scorre, va tutto troppo veloce in queste acque.
Come voi, non sento che solo le vostre voci. Da anni non so più, ammesso che l'abbia mai saputo, mutare in comunicazione ciò che mi, e vi, appare come rumore.
Non urlate, c'è già troppo casino qui e da nessuna parte. Non v'è il bisogno di rendere ancor più saturo questo teatro, state oscurando il palco (che in verità è già vuoto), scendete dalle sedie sulle quali siete saliti in nome della parvenza.
Sono incapace ad imitarvi in questo, eppure mi chiedo, io sono vivo? O comunque, almeno in quel momento, in quella breve finestra sul mio tempo in questa sala, fui vivo?
Ammesso che lo fossi, ma continuo a dubitarne, cos'è che sono ora? Morto non pare, e di certo non assomiglio ad una bestia come voi, ma cos'è che sono?
Sul punto di morire, forse?
È esasperante, fa davvero freddo, non sono più così capace a sopportare questo vento