Mario è l'essenza più vera che abita l'autore, connotata di ancestrale memoria che riporta ogni suo pensiero e gesto agli albori della genesi umana, quando ancora l'istinto era padrone di ogni azione e il senso di colpa non era ancora un'istituzione morale. Violento e patologicamente indifferente al giudizio altrui, verga su fogli di carta una rabbia antica, sedimentata e trasformata in pretesto per abusare di ogni soggetto che vi imprigiona, caricandolo di una fatica schiacciante che lo trascina nei cunicoli più bui dell'animo umano. Vive ogni emozione con la forza di un pugno nello stomaco, lasciando che il fiato strozzato in gola amplifichi la percezione di una realtà vivida di colori forti come il rosso del sangue.