Le parole a volte fanno paura alla gente, perché non riescono a esprimere esattamente il pensiero così come la loro mente lo aveva delineato. E le parole non rendono giustizia alla fatica che si è utilizzata per riuscire a formularlo così preciso, perché non riescono a gestirle. Per me, invece, è tutto il contrario... le so usare. Non ci sono pozioni, manuali di istruzioni, incantesimi o lezioni per corrispondenza. Il trucco è semplice: l'improvvisazione. 
Io lascio che le parole escano, così come capita. E questo perché il mio cervello è troppo incasinato per riuscire a concentrarsi su un solo pensiero alla volta e dargli forma precisa. Perciò io lascio che semplicemente le parole descrivano la gigantesca massa di emozioni, ragionamenti, conclusioni, sentimenti e pensieri che il mio cervello non cataloga. Non ci sono le emozioni positive e le emozioni negative, pensieri buoni o cattivi. Le parole servono a dire quello che mi passa per la testa nell'esatto momento in cui mi passa per la testa. Senza filtri. Questo è un bene? Non lo so. So solo che per me è più facile usare parole, scritte o orali, piuttosto che etichettare ogni pensiero, sensazione o sentimento che mi passa per la testa. Anche questo discorso potrà sembrare privo di qualsiasi logica, ma è quello che sto pensando in questo momento.
Penso e scrivo. Scrivo e penso. Senza filtri. Forse così non piaccio alla gente, ma so che se usassi dei filtri la mia disordinata vena di follia non si noterebbe. E io preferisco la gente sia infastidita da questa mia vena folle, più che ammirata dal mio modo di esprimermi. 

Questo era un pezzo di me. Se non vi è piaciuto e se ora mi ritenete pazza, vi posso tranquillizzare: siete completamente sani.
Se invece leggendo avete sorriso di tanto in tanto o vi siete ritrovati in me, non posso che informarvi che il the con il Leprotto Marzolino, lo Stregatto  e il Cappellaio, sarà servito alle cinque. Siete calorosamente invitati.