Scrivere e pubblicare libri è come bere arancia e zenzero. L'arancia è energia pura: ti riempie di slancio, ti nutre, ti fa credere che tutto sia possibile. Lo zenzero invece è quella botta improvvisa che ti sveglia. Ti spinge fuori dalla pigrizia, ti accelera il metabolismo creativo, ti brucia pure un po'. Fare libri è così. Ti fa bene, ma ti toglie il respiro. Non è per tutti.

L'ho fatto perché volevo un logo in fondo alla prima pagina. Il logo fa scena, fa ordine. Fa dire: qui c'è un progetto. E poi l'ho fatto per mettere in riga i tanti me che si muovono nella mia testa. Il me che scrive, il me che corregge, il me che inventa e il me che rimanda sempre a domani. Dovevo darci un tetto, una stanza, un nome. Arancia e Zenzero è questa stanza.
IL CHI DI ARANCIA E ZENZERO
In una casa editrice ci sono molti ruoli. Nella mia no. IO SONO TUTTI. Faccio tutto io, da solo. L'editore, l'editor, il redattore, il grafico, il responsabile marketing e il correttore di bozze. Per cosa? Per pubblicare libri scritti da me. Nessuno me l'ha chiesto, eppure lo faccio con un entusiasmo (beh, entusiasmo...) che confina con l'autolesionismo. Ah dimenticavo, ovviamente sono anche l'AUTORE (il solo e unico, per ora, sì lo so è completamente folle ma è così) Scrivo. Poi mi critico, mi correggo, mi pubblico, mi promuovo e mi sto pure un po' sulle scatole. Ma scrivo (a volte).