Ho sussurrato al vento parole lontane
Le ho affidate al custode dei sogni
Ché le conservi per quando la speranza cadrà
Leggera come una foglia d'autunno
Sfiorerà rassegnata il fondo dell'abisso
Accartocciandosi su sé stessa e cedendo spenta il colore
E poi salirà dall'inferno come fumo
D'ogni pensiero che mi brucia in gola
E allora le chiederò indietro
Le speranze del me bambino
E il vento mi danzerà attorno
Carezzevole sulla pelle, pungente
E mi sussurerà all'orecchio in un soffio dei primi fiori:
«Maledetto sia il giorno in cui mi affidasti le tue speranze ed io accolsi i tuoi sussurri e i tuoi sospiri
Da immemori memorie mi riempo d'altri e porto le greggi dei sogni verso l'ignoto
E porto l'amarezza solitaria di chi non ha ne fine ne destino
Ché ho raccolto anime dove corpi cercavano invano il loro nome
L'inchiostro sanguinante dalla pellicola come lacrime
Corpi nudi spettatori della vita
Attori della morte
È nel buio del vuoto che ho trovato vita
Nel recinto del gregge che voi affidaste a me, buon pastore
Sono andate perdute alcune di questo, dimenticate
Nei boschi consumati dall'inverno in un lento pianto di foglie secche