Che brutta che è la realtà.
In questi giorni ho incontrato la realtà pakistana, il loro tenore di vita e la realtà che incontrano una volta venuti in Italia.
Bambini compresi.
Ho le lacrime agli occhi: non sanno parlare l’italiano e vengono giudicati ancora prima di essere conosciuti, questo non permette certo loro un’integrazione.
I costumi di una cultura possono essere o non essere condivisi, ma ricordiamoci che nessuna cultura è superiore alle altre (e questo ce lo dice l’antropologia) e che niente ci dovrebbe permettere di giudicare persone che non conosciamo.
Una madre pakistana mi ha detto: “io no avere niente per te” e mi ha ricordato che quando si sta facendo la cosa giusta non abbiamo bisogno di niente in cambio, dovremmo essere soddisfatti quando ci sentiamo dire: “tu essere brava”.
E questo dovrebbe bastare.