La poesia è distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e soprattutto, urgenza, vita, sofferenza. È l'abisso che scinde orale e scritto.
Carmelo Bene
La poesia è distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e soprattutto, urgenza, vita, sofferenza. È l'abisso che scinde orale e scritto.
Carmelo Bene
Guardava dal finestrino, sembravano fiammiferi accesi i fari delle auto. Puntini luminosi diluiti nell'arancio del tramonto.
La canicola del giorno aveva lasciato spazio ad una piacevole brezza serale, poteva però ancora sentire la pelle umida provata dall'afa di poche ore prima. Le tornò in mente quand'era bambina e addentando i fichi poco maturi si ritrovava le labbra appiccicose e viscose. Si raddrizzò con la schiena sul sedile, portò le braccia all’indietro e s’inarcò leggermente per stiracchiarsi. S’era fatta notte oramai, un ultimo pensiero volò lontano ancora per una volta, inghiottito dalla stanchezza poi, anche per quella sera smise di essere. Ci avrebbe pensato l’indomani. Non ci avrebbe pensato mai.
Stanotte io non vengo e resto a casa
Che non ho voglia di uscire
Ballo in mutande, ingannerò l’attesa
Di un nostro incontro con un gelato all’amarena
Quello che ieri dalla mia schiena è soffiato via
E non è colpa tua né colpa mia!!!!