“È per paura di inumidire gli occhi di una vedova
che disperdi il tuo io in continuo celibato?
Ah, se ti accadrà di morire senza prole
il mondo ti piangerà qual moglie senza sposo;
sarà il mondo la tua vedova e sempre lamenterà
che tu non abbia lasciato alcun modello tuo,
mentre ogni altra vedova può sempre rivedere
negli occhi dei suoi figli le sembianze del marito.
Bada, ciò che un prodigo sperpera nel mondo
cambia sol di posto, perché il mondo ancor lo gode;
ma lo spreco della bellezza ha fine sulla terra
e tenendola inusata, chi la possiede la distrugge.
Non v’è amore verso gli altri nel cuore di colui
che commette su se stesso un delitto così infame.”
Avrebbe tanto voluto avere Shakespeare davanti a sé in quel momento e parlargli a tu per tu:
«William, se solo tu fossi vissuto ai nostri tempi… avresti pensato probabilmente come me che la maggior parte delle persone non hanno alcuna bellezza da trasmettere alle prossime generazioni. Piuttosto che mettere al mondo qualcuno come loro, farebbero meglio a non procreare.»
Estratto Capitolo 1 (in lavorazione).