Non c'è sentimento che cresca più rigoglioso della paura. I suoi mostri, sono capaci di divorarti cranio e costole, in un sol boccone. Come disse Cesare Pavese, però: "Ma ricordati sempre
che i mostri non muoiono.
Quello che muore
è la paura che t’incutono."
Sei e sarai eternamente tu, a possedere le redini del gioco. Puoi lasciare che questo buco nero ti inghiotta, come puoi aggrapparti alle sue impercettibili sporgenze, rendendole appigli solidi, come puoi afferrare questa voragine, e stringerla talmente tanto, da renderla cenere, come puoi, anche, scalciarlo raffinatamente, e continuare a percorrere la tua strada, con il buco nero alle tue spalle, solo e fallito.
Un sol concetto, superlativamente, può essere considerato la verita suprema: « Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici. »
Come il versante montano delle Retiche, è esposto al sole, noi siamo esposti alla temutissima vita. Io, so precocemente che tu sei ornata da fiori e scintille. Hai bisogno di rigirare nel palato il sapore della tenacia e della temerarietà. Assaggiala, vedrai che non ne potrai più fare a meno.
Inoltre, sarò — nel subconscio di entrambe — uno dei tuoi angeli custodi. Vista la stagione gelida che ormai sta avvolgendo gli organi vitali di ognuno, potrò essere il tuo camino, se tu lo vorrai. Ti basteranno poche lettere, digitate sulla tastiera, per venire da me e calare il sipario. Ti offrirò una mano calda e confortante, se l'afferrerai. Non sarai mai sola, in nessun luogo, in alcuno spazio temporale e in nessuna circostanza.