Chiara non riusciva (o forse non voleva) ad alzare la testa ma non faceva tanta differenza, l'unica cosa che desiderava era quella di non voler incrociare lo sguardo di nessuno.
C'era solo Antonella che le teneva la mano, l'aula era deserta ormai e a riscaldarla c'era soltanto il sole che entrava dall'enorme finestra che si espandeva per tutta l'aula. Era debole ma le riscaldava il viso e la faceva sentire meglio, le faceva diventare gli occhi di un meraviglioso verde. Purtroppo durò poco, il sole scomparve tra le nuvole e con lui quel timido torpore che l'aveva avvolta, lasciandole soltanto dei brividi di freddo e facendola tornare alla realtà. Guardò verso Antonella con quegli occhi disillusi, sconfitti ed amareggiati per l'ennesima volta, credeva sul serio di poter finalmente ricominciare e soprattutto aveva sperato che questa volta lui le sarebbe stato accanto. D'istinto guardò invano verso la porta sperando che lui si materializzasse per consolarla; come in passato, anzi come sempre, lui le aveva voltato le spalle dandole la colpa di tutto l'accaduto e questo spegneva ulteriormente il suo sguardo, spegneva ancora una volta il suo sorriso.
In fondo, cosa poteva aspettarsi da un narcisista menefreghista che sfruttava ogni occasione buona per scopare chissà dove con una tizia qualunque; lui non l'aveva mai capita o meglio, cosa ben peggiore, non aveva mai provato a capirla.