li ricorda tutti. non ne abbandonerà nessuno. cerca di non scomporsi nemmeno quando l'altra si trasforma, lui non ha bisogno di cambiare aspetto per manifestare la sua potenza; il cuore si agita a sentire ancora una volta quella carica oscura che gli arriva addosso come una spiacevole zaffata puzzolente. quanto detesta quella magia... sbagliata.
« qui non puoi pretendere nulla » perpetua quell'aria da professore, il bastone che viene spostato per essere raccolto con ambedue le mani « no. se vorrai saperlo, dovrai guadagnartelo. »
non ha possibilità contro quell'esercito sul lungo periodo, da solo. ma forse può bloccarlo per tempo sufficiente ad allarmare l'istituto. il bastone s'illuminerebbe di una luce fioca, quel profumo di pulito che si andrebbe ad allargare attorno a lui come un'aura; verrebbe battuto una volta a terra e, sotto un incanto, attorno a lui comincerebbe a comparire una bolla traslucida, cangiante, rotonda. una seconda, e una terza, una miriade che va a circondare l'istituto in un cordone di sicurezza. quanto si estendano? non si sa: sarà molto improbabile che l'intero istituto sia coperto, ma fin dove la fata butterà occhio bolle magiche si estenderanno sul perimetro rosso. e non potranno bloccare le ali di azalea, è vero, ma dovrebbe tenere occupati i minion a terra. incanto che in realtà ella dovrebbe conoscere: quelle bolle son tremendamente viscose, appiccicose. fastidiose.
« che coincidenza. la via più facile per tutti è anche quella più difficile per te » non sorride, non è mai stato tipo da farlo, non in quelle occasioni concitate. perché sì, non manderà mai al patibolo nessuno per salvate gli altri. è meglio un mal comune, che un mezzo gaudio. è un invito ad attaccare. lui si sarebbe solo difeso.