Carissimi,
scusate il secondo annuncio in poche ore, prometto che sarà un caso isolato.
Negli ultimi giorni mi èè capitato di riflettere sul ruolo dell'IA nella scrittura: ho letto diversi testi in cui il suo impego risulta via via più evidente. Si tratta di una costatazione tecnica: i pattern che emergono riducono, almeno per me, il piacere di una lettura forse impeccabile, ma prevedibile. Mi sono allora chiesta quando l'utilizzo dell'IA sia vantaggioso e quando controproducente.
Questo mi ha portato a interrogarmi sul mio stesso rapporto con l'IA e anche sulla necessità di essere trasparenti su come la si utilizza. Non sono contraria allo strumento in sé, ma ritengo che sia giusto esplicitare il proprio metodo di lavoro. Quindi eccomi qui:
1) Nella scrittura non uso IA per generare testi, né per riscriverli, mi piace che l'aspetto creativo sia mio e solo mio. Però, uso l'IA come betareader: chiedo di individuare ambiguità, incongruenze, punti deboli, esplicitare quanto dei sottotesti emerga. Dopodiché revisiono laddove le critiche mi sembrano sensate. Tante altre volte le ignoro.
2) Uso invece IA per la generazioni di immagini, mi pare ovvio, ma la limito a progetti senza scopo di lucro o pretesa letteraria. Ho pubblicato un racconto su una rivista di recente e per l'immagine di copertina ho scattato una foto di persona (con grande spreco di fatica e tempo), sebbene non abbia ricevuto compensi per quel racconto. Questo è il confine etico personale con cui mi sento a mio agio.
Il tema tuttavia è sempre più scottante per tutti. Sono curiosa: voi usate IA e, se sì, come? Quali criteri vi date per valorizzare la vostra creatività rispettandola?