Ho appena finito i primi due episodi del documentario dell’Eras Tour e… wow. Non so nemmeno da dove cominciare.
Nessun concerto avrà mai più quella stessa magia.
Glitter sparsi ovunque, friendship bracelet passati di mano in mano come se fossero piccoli pezzi di cuore, gli outfit delle ere che riconoscevi anche al buio. Non era solo musica: era un rifugio, un momento sospeso in cui tutto aveva senso, e tu eri parte di qualcosa di enorme, gentile e luminoso.
Rivederlo dal divano fa male nel modo più bello possibile: nostalgia che ti pizzica, voce che si spezza anche senza cantare, pelle d’oca a comando. Alcune emozioni ti attraversano una sola volta e poi restano lì, silenziose ma presenti, come eco di qualcosa che ti ha cambiata.
E poi grazie.
Grazie Taylor, per essere la sorella maggiore che non ho mai avuto. Per avermi insegnato che anche quando mi sento The Archer, fragile e invisibile, posso ancora brillare come una Mirrorball. Per ricordarmi che this is me trying, che posso andare avanti with a broken heart, e che anche quando l’Anti-Hero allo specchio sembra urlare più forte di tutto, ci sono sempre luci che ti guidano, mani invisibili che ti sostengono, e canzoni che ti sussurrano: “ce la puoi fare”.
Lo so, probabilmente a nessuno interessa, ma dovevo scriverlo. Dovevo metterlo qui, appiccicato come un piccolo promemoria per me stessa e per chi ha vissuto quella magia, prima che diventasse un groppo in gola.
Grata.
Grata di esserci stata.
Grata di aver vissuto Milan N1.
Alcune magie non si superano. Si tengono strette. ✨