Non penso che ci sia molto da dire su di me.
Mi chiamo Sara, ho 16 anni, frequento il liceo classico e sono una persona tendenzialmente triste. Non parlo molto, ho un'aria perennemente malinconica, tutto mi spaventa e mi ferisce. Ho una spiccata inclinazione al pianto e spendo una considerevole percentuale della mia giornata sul letto a fissare il soffitto e a pensare.
Trovo il mondo così pieno di bellezza che a volte fa male. Mi piace trovare la vita dietro ogni cosa, guardare il moto senza fine delle persone che impiegano ogni secondo della loro vita alla ricerca di una forma in cui riconoscersi e consistere, ma da cui perennemente rifuggono per le spaventosamente incoercibili forze che portano in sé per natura.
Credo che il mondo sia così fragile e in equilibrio precario che ogni volta che lo sfioro, temo di far sfiorire ogni cosa solo standole troppo vicino.
Allo stesso tempo, ne percepisco l'enorme brutalità, e mi brucia sulla pelle come l'aria brucia su una ferita.
Non ho talenti. Ho molti rimpianti. Mi innamoro facilmente, di qualsiasi cosa. Mi commuovo spesso. Uso il mio tempo per pensare a persone che usano il proprio tempo a pensare a vivere. Amo i Depeche Mode, i Guns N' Roses, i Coldplay, gli INXS.
Il mio rumore preferito è quello del battito cardiaco, seguito dal rumore della pioggia, del vento tra le foglie, dello scoppiettio del fuoco, del fruscio delle pagine, dello scorrere delle dita tra i capelli, dei baci sulla pelle, dei tuoni lontani, dei passi soffusi, dello scorrere dell'acqua, dei respiri leggeri.
Intrattengono poche relazioni sociali, quasi tutte poco sane, instabili e di completa dipendenza, che bruciano ardentemente, e rapidamente si spengono come un fiammifero, lasciando cenere.
Sono piena di ferite sul mio corpo, l'unica cosa cui posso fare male senza sentirmi in colpa.
Sono alla perenne ricerca di una migliore me, guidata da un distruttivo perfezionismo senza fondo, che mi spaventa e mi attrae.
E questo è tutto ciò che c'è da sapere.