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Non esistono documenti scritti sulla formazione delle prime civiltà urbane, poiché proprio la scrittura è la più rilevante conseguenza del percorso di urbanizzazione. Il passaggio dal villaggio alla città avviene grazie al perfezionamento dell’agricoltura. Il sistema sociale si fa più complesso e articolato, e La città con le sue funzioni economiche e le sue strutture politiche, ne è la principale espressione. Indipendenti l’una dall’altra, le città mesopotamiche sono guidate da re-sacerdoti dotati di un potere assoluto. 
          
          L’invenzione della scrittura
          
          La scrittura nasce in questo contesto, a scopo economico e contabile. I primi segni grafici sono incisi su recipienti e tavolette al fine di tenere traccia del movimento delle merci in ingresso o in uscita dai magazzini. Lo sviluppo della scrittura avrà conseguenze economiche e politiche fondamentali per la storia del genere umano, ma la sua diffusione sarà a lungo limitata, rimanendo appannaggio esclusivo degli scribi.

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La Mesopotamia
          
          Il passaggio dalla preistoria alla storia avviene nel IV millennio a.C. Le prime grandi sorgono nella terra che è chiamata Mesopotamia, situata tra il Tigri e l’Eufrate. I primi abitanti dell’area erano i Sumeri, insediati nella parte meridionale della pianura. Sfruttando le piene dei fiumi per mezzo di complesse opere idrauliche, i Sumeri rendono fertile un territorio altrimenti arido e petroso. Essi sono inoltre autori di importanti innovazioni tecnologiche. 
          La storia di quest’area fertile e ricca è caratterizzata da grandi migrazioni e da continue guerre per il controllo del territorio. Attorno al 2350 a.C. gli Accadi occupavano la zona centrale della Mesopotamia. Essi unificavano vasti territori, di cui però non riescono a mantenere il controllo. Vengono così sconfitti dai Gutei, provenienti dai monti zagros. Alla fine del II millennio a.C. l’insieme delle terre di Sumer e Accad è occupato dai babilonesi. Il susseguirsi di guerre e conquiste non provoca comunque la scomparsa delle tradizioni culturali dei diversi popoli mesopotamici. Al contrario, le numerose innovazioni in ogni campo della società e delle arti si tramandano attraverso i secoli. In Mesopotamia nascono le prime città e viene inventata la scrittura, elementi che segnano il passaggio dalla preistoria alla storia e che si rivelano essenziali, per lo sviluppo dell’arte e dell’architettura nei millenni successivi.

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Si ritiene spesso che le comunità preistoriche risiedessero nelle caverne, invece le grotte dove sono stati ritrovati i cicli pittorici più vasti certamente non erano abitate. I loro insediamenti erano composti da tende dalla struttura leggera, l’armatura era formata da pali costituiti talvolta da ossi o zanne di mammut conficcati nel terreno ed era poi rivestita di pelli animali o di rami d’albero. 
          L a capanna rettangolare rinvenuta all’interno della grotta du lazaret nei pressi di Nizza è certamente l’abitazione più antica che si conosca. La capanna aveva inoltre due accessi verso il fondo della grotta e una suddivisione interna. 
          Risale a circa 40000 anni fa la messa in opera di lastre colossali dal peso notevolissimo usate come sovrastrutture delle sepolture. Pare che da queste tombe si siano sviluppati i monumenti megalitici costituiti da enormi blocchi di pietra squadrata e levigata. Nel caso di singole pietre infisse in verticale nel terreno si parla di menhir. Sono invece definiti dolmen i triliti composti da due pietre verticali sovrastate da un architrave. La struttura del dolmen costituisce il primo esempio di sistema trilitico. 
          In tutta la penisola italiana sono state rinvenute, in grotte, incisioni rupestri realizzate in un arco temporale che va dal Paleolitico al Neolitico. Di notevole interesse sono soprattutto le incisioni dell’Addaura, in Sicilia, per la particolarità delle raffigurazioni, e quelle presenti in Val Camonica, in Lombardia, per la varietà, la quantità e la persistenza del ciclo istoriato.

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Le raffigurazioni femminili più frequenti nella Preistoria, però, sono quelle caratterizzate da attributi sessuali molto pronunciati. Queste piccole figure non rappresentano tanto un’idea astratta di bellezza, quanto piuttosto l’incarnazione dell’immagine materna -la dea madre- simbolo di prosperità e di fecondità. 
          
          

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          L’arte mobiliare
          
          Nel Paleolitico l’arte mobiliare europea si esprime in oggetti e manufatti di piccole dimensioni che possono essere distinti in tre grandi categorie: utensili, armi, ornamenti per il corpo o semplici placchette decorative applicate a oggetti d’uso quotidiano e, infine, statuette a tutto tondo. La produzione di armi e utensili comprende arpioni e propulsori, cioè bastoni forati in cui venivano inserite una freccia o una zagaglia e che permettevano di scagliarle a grande distanza. I propulsori erano talvolta decorati con incisioni o con piccoli elementi a rilievo o a tutto tondo che raffigurano la fauna preistorica. 
          Gli ornamenti, invece, comprendono parti di collane o pendagli. Si tratta di un numero limitato di reperti rispetto alla vasta produzione a tutto tondo –vere e proprie statuette- che riproducono in piccole dimensioni la figura femminile. 
          
          

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          Le pitture rupestri europee del Paleolitico superiore sono concentrate nella Francia meridionale e in Spagna. L’arte rupestre continua per decine di migliaia di anni, come testimonia lo stupefacente repertorio presente nelle grotte di Lascaux, Niaux e Altamira. 
          Nel Paleolitico superiore è presente in Europa una variante di Homo sapiens nota come uomo Cro-Magnon, si tratta di cacciatori-raccoglitori abili nella caccia alla fauna delle steppe dell’Europa centro-meridionale, di cui conoscono a fondo le abitudini. 
          
          
          

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          Tra i primi studiosi a occuparsi della produzione artistica preistorica è Henri Breuil definito l’Indiana Jones della preistoria per la sua attività di ricerca svolta in Francia e Spagna. I successori di Breuil sono al tempo stesso geologi, etnologi e antropologi. Le loro ricerche su stili e significati simbologi dell’arte preistorica sono ancora oggi valide per ricchezza di interpretazioni e approccio interdisciplinare.
          Gli archeologi preistorici studiano la cultura materiale dell’uomo preistorico. I geologi affiancano gli archeologi nello studio dei siti determinano l’età del terreno nei diversi livelli di profondità.
          Sul campo e in laboratorio, biologi e chimici datano reperti e insediamenti grazie a metodi sofisticati come quello del radiocarbonio o carbonio o carbonio-14 
          Per la datazione e l’analisi dell’arte preistorica, accanto alle tecniche scientifiche, continua a essere applicato anche il metodo stilistico introdotto da Leroi-Gourhan. 
          
          

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L’arte preistorica
          
          L’inclinazione dell’essere umano a fare segni a scopo decorativo risale ad almeno 77000 anni fa. Le prime forme di vera e propria creatività risalgono però a 40000 di anni fa, con l’arte rupestre. Intorno a 25000 anni fa invece le rappresentazioni di animali e di figure femminili prendono corpo anche in pietre, ossa e frammenti d’avorio, nasce così anche l’arte mobiliare.
          Il significato dei segni più antichi è ancora ignoto.  Secondo le prime ipotesi formulate in proposito, la rappresentazione di animali o uomini, sarebbe da mettere in relazione alla caccia. In tempi più recenti, invece, alcune figure di animali sono state interpretate come elementi distintivi di appartenenza a un clan. La creatività nel paleolitico sarebbe insomma riferibile a un processo di rappresentazione della realtà e a un sistema di comunicazione che si serve di simboli.
          La conoscenza sempre più approfondita dell’arte preistorica e una più sicura datazione hanno ormai messo in discussione il concetto di primitivismo, secondo cui le figure più semplici e meno realistiche sarebbero le più antiche. Oggi, si afferma che le forme più semplificate e meno naturalistiche appartengono agli stili preistorici più recenti. 
          Di tutte le età della storia dell’arte, quella dell’arte preistorica è stata l’ultima, a essere indagata dagli studiosi. La nascita dell’umanità e delle sue prime forme di espressione comincia a essere interpretata non più soltanto alla luce del mito, ma sulla base di studi condotti con criteri scientifici. 
          
          

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La preistoria
          
          Grazie alla scrittura, l’umanità è in grado di lasciare tracce verbali della sua presenza nel mondo: è per questo motivo che l’invenzione della scrittura segna l’inizio della storia. 
          I primi ominidi compaiono oltre 10 milioni di anni fa. Dagli ominidi si sviluppa prima l’Australopiteco e poi il genere umano, definito con il termine latino “homo”. Dai primi rappresentanti del genere Homo discendono molte specie, tra cui Homo erectus, ergaster, habilis e sapiens.
          
          La preistoria è suddivisa in due grandi fasi: l’Età della pietra e l’Età dei metalli. L’Età della pietra comprende a sua volta tre periodi. Il Paleolitico, il Mesolitico e il Neolitico. L’Età dei metalli si articola in Età del rame, del bronzo e del ferro. 
          Queste periodizzazioni non sono mai assolute, l’Età del ferro, per esempio, varia da zona a zona di migliaia di anni a seconda del momento in cui questo materiale viene introdotto.
          Alle prime fasi del Paleolitico risalgono le forme più rudimentali di lavorazione della pietra. Gli oggetti ottenuti dalla percussione delle pietre una sull’altra sono chiamati choppers. Al paleolitico superiore sono invece riferibili le pietre bifacciali scheggiate dalla caratteristica forma a mandorla, chiamate amìgdale. 
          Con lo sviluppo dell’agricoltura nascono i primi villaggi stabili, antenati delle città. È in questo periodo che vengono costruiti anche i monumenti megalitici, costituiti da enormi massi conficcati nel terreno. 
          Pur precedendo l’invenzione della scrittura e la nascita delle prime città, la preistoria non è un’epoca priva di civiltà. Prima di esprimersi con la scrittura, i nostri antenati hanno infatti lasciato segni della loro esistenza attraverso l’arte e la tecnica. Le prime forme di espressione della creatività, attraverso il disegno, l’incisione o la lavorazione dei metalli. Erano inoltre praticate la danza e la musica.