_calzabrah

ho notato che le delusioni d’amore che vivo sono un ottimo incentivo alla mia creatività. sto scrivendo 

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questo è l'unico spazio in cui nel corso della mia vita mi sono sentita veramente al sicuro. tra persone virtuali e talvolta cattive, tra parole sfuggenti, storie ridicole, poesie scadenti, profili morti. ripensando ai miei quindici, sedici anni mi immagino dietro a un cellulare a pendere dalla bocca di ragazzi e ragazze che non avevo neanche mai visto dal vivo, come del resto penso sia stato per la maggior parte di noi. eppure in quella solitudine avevo trovato il mio equilibrio e la mia pace - ad essere amica di tutti e di nessuno, a parlare della mia vita privata con tutti e con nessuno. con un personaggio e uno spazio solo miei. molto probabilmente all'epoca avrei invidiato una qualsiasi persona con la stessa vita che ho io adesso,  eppure ora pagherei oro per tornare ad avere un guscio protetto in cui chiudermi. vivo la vita da sabato a sabato per potermi sfasciare in cambio di qualche ora di vuoto mentale, che realmente vuoto non è mai: provo però a dimenticarmi l'illusione che avevo a settembre di aver finalmente trovato la leggerezza, ciò che desideravo da tempo. una vita invidiata da tutti. ora scrivo con un dente del giudizio dolorante, a seguito di un pianto isterico e di una coscia tagliata chiedendomi se riuscirò mai ad adattarmi al mondo, a delimitare i miei confini, a dedicarmi a ciò che mi interessa davvero e ad affrontare la quotidianità senza questa pesantezza, a stare sui social senza esserne così condizionata. venerdì ho la prima seduta dalla psicologa dopo tanto tempo. in ogni caso, tutto questo impegno a ridosso di una guerra che ci spazzerà via tutti (spero).

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Lei sta giocando con me
          Come se avessi il cuore di polistirolo
          Le ho preso la mano, mi ha detto: "Ti amo"
          Ti ho detto: "Io no", ma scherzavo
          I giorni che abbiamo passato
          Sono pari a tutti gli addii e i graffi
          Oppure i soldi che avremmo scommesso
          Alla fine avrei perso lo stesso