scleromalissimo00
ciao, ho appena finito di leggere “cuore avvelenato” e lo sto amando, é una delle poche storie che mi prende su jonathan morgenstern, sono curiosa di vedere se si rincontreranno oppure no, puoi aggiornarla?
@_paperheart_
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Qualcuno sa come funziona la comunicazione della morte di un genitore al figlio minorenne? Mi servirebbe saperlo per un progetto a cui lavoro ma su internet non si capisce nulla a riguardo...
@negazione grazie mille. La mia situazione di partenza è un po' diversa e cercavo più informazioni sulle procedure formali, ma questo è comunque un punto di partenza. Proverò sicuramente a leggere la tua storia per farmi un'idea
in maiuscolo le linee guida 1) tener conto della ETÀ DEL BAMBINO (3/6/12 anni) 2) usare PAROLE CHE "ABBRACCIANO" (la faccenda/il dolore/assenza) 3) MAI NEGARE LA EVIDENZA. per lui è evidente l'assenza (non cioè la morte, che neanche un adulto comprende). dunque si lavora sulla evidenza, condividerla col bimbo ("è in altro luogo", "FORSE un giorno lo rivedremo", "anche a me manca"), sempre secondo la età. 4) USARE AMICIZIA verso il bimbo, cioè comprensione/confronto se gia parte di questi punti funziona, il bimbo si adatta meglio all'affetto che c'è, piuttosto che a quello che manca. moltissimi, tutti direi, continuano a cercarlo. "DOV'È PAPÀ" se la chiederà purtroppo tutta la vita, dunque importante metabolizzare/convivere con domande a cui non esiste una risposta, o la risposta è troppo cruda per esser data ora. ti dirò di più, dalla mia esperienza avendone conosciuti molti di tali persone: moltissimi bimbi metabolizzano su sè stessi l'assenza come un difetto, da cui la acquisizione, già in adolescenza, di esser sbagliati al mondo (senza essersi ancora messi alla prova !). amicizia in quei casi allevia/risolve moltissimo i primi 4 punti son comunicativi/verbali. quello che segue è di comportamento 5) prima di parlare al figlio, mai dimenticare che un GENITORE CRESCE COL FIGLIO, dunque non si facesse troppo l'espertone lui e il suo psicologo, e acettasse invece anche lui la situazione da crescerci insieme, piuttosto che fargliela pagare al bimbo, per un qualcosa che il bimbo non ha commesso, soltanto perché egli insiste a chiedere. nella mia "Costantina" puoi vederne una tipologia nei primi cap. la mamma Marica non è perfetta nel affrontare questa faccenda. se hai pazienza di leggerne i primi cap, vedrai, puoi darlo tu un giudizio. il mio è uno dei tanti modi di rappresentare la faccenda. in molti altri casi i bimbi vengono "abbandonati", pur vivendo in altra famiglia o col genitore che resta. per tal motivo, i 5 punti di sopra son fondamentali. ciao L❤️
ciao, ho appena finito di leggere “cuore avvelenato” e lo sto amando, é una delle poche storie che mi prende su jonathan morgenstern, sono curiosa di vedere se si rincontreranno oppure no, puoi aggiornarla?
Ciao
Qualcuno sa come funziona la comunicazione della morte di un genitore al figlio minorenne? Mi servirebbe saperlo per un progetto a cui lavoro ma su internet non si capisce nulla a riguardo...
@negazione grazie mille. La mia situazione di partenza è un po' diversa e cercavo più informazioni sulle procedure formali, ma questo è comunque un punto di partenza. Proverò sicuramente a leggere la tua storia per farmi un'idea
in maiuscolo le linee guida 1) tener conto della ETÀ DEL BAMBINO (3/6/12 anni) 2) usare PAROLE CHE "ABBRACCIANO" (la faccenda/il dolore/assenza) 3) MAI NEGARE LA EVIDENZA. per lui è evidente l'assenza (non cioè la morte, che neanche un adulto comprende). dunque si lavora sulla evidenza, condividerla col bimbo ("è in altro luogo", "FORSE un giorno lo rivedremo", "anche a me manca"), sempre secondo la età. 4) USARE AMICIZIA verso il bimbo, cioè comprensione/confronto se gia parte di questi punti funziona, il bimbo si adatta meglio all'affetto che c'è, piuttosto che a quello che manca. moltissimi, tutti direi, continuano a cercarlo. "DOV'È PAPÀ" se la chiederà purtroppo tutta la vita, dunque importante metabolizzare/convivere con domande a cui non esiste una risposta, o la risposta è troppo cruda per esser data ora. ti dirò di più, dalla mia esperienza avendone conosciuti molti di tali persone: moltissimi bimbi metabolizzano su sè stessi l'assenza come un difetto, da cui la acquisizione, già in adolescenza, di esser sbagliati al mondo (senza essersi ancora messi alla prova !). amicizia in quei casi allevia/risolve moltissimo i primi 4 punti son comunicativi/verbali. quello che segue è di comportamento 5) prima di parlare al figlio, mai dimenticare che un GENITORE CRESCE COL FIGLIO, dunque non si facesse troppo l'espertone lui e il suo psicologo, e acettasse invece anche lui la situazione da crescerci insieme, piuttosto che fargliela pagare al bimbo, per un qualcosa che il bimbo non ha commesso, soltanto perché egli insiste a chiedere. nella mia "Costantina" puoi vederne una tipologia nei primi cap. la mamma Marica non è perfetta nel affrontare questa faccenda. se hai pazienza di leggerne i primi cap, vedrai, puoi darlo tu un giudizio. il mio è uno dei tanti modi di rappresentare la faccenda. in molti altri casi i bimbi vengono "abbandonati", pur vivendo in altra famiglia o col genitore che resta. per tal motivo, i 5 punti di sopra son fondamentali. ciao L❤️
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