addormentarsi presto rispetto al solito che poi è comunque tardi e non vedere più l'alba ma svegliarsi alle otto o non svegliarsi proprio e camminare per casa senza realizzare un letto troppo vuoto il telefono poggiato sul cuscino la testa che sbatte sui pensieri i sogni che sono incubi i sogni che ci svegliano e mi fanno sudare come quando salgo sette piani che poi per scendere preferisco l'ascensore chiudere gli occhi e ricordare le mani chiudere le mani e sentirle vuote pianificare sorprese e mandarle in aria volerti vedere volerti e basta sentirti vicino e non sentire più l'aria contare i giorni rubare le ore come fossero baci e poi te ne vai ma in qualche modo rimani in un biglietto già timbrato messo in tasca assieme all'accendino in una canzone che è una promessa una sigla nella mia memoria infallibile che poi penso che son tutti ricordi tuoi le date i mesi i numeri da invertire e non capirci niente perché non c'è niente da capire non c'è niente da capire come diceva quella canzone e pensare di aver capito che gli altri avessero già capito e poi sbagliarmi ché l'unica cosa che capisco è che mi manchi nelle notti e nei giorni come nei pomeriggi come le volte che ti dico vieni qua e non ci sei e un po' non ci sono neanch'io e le tue paure che sono le mie e che hanno paura delle tue pensare che ansia e poi non pensarci più ma solo vivere che non lo facevo da un po' come scrivere perché sto bene e non ho nulla da dire se non per toglierti il fiato e tenermi l'appetito senza saziarmi mai di tutto questo e provare a convincermi e convincerti che alla fine andrà tutto bene.
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