Quando lessi per la prima volta Resilienza, e i suoi primi capitoli, avevo sedici anni e ricordo che passavo le ore scolastiche a mangiarmi le unghie per la smania che avevo di leggerti. Sul mio diario scrivevo le citazioni che più mi avevano fatto attorcigliare lo stomaco con le penne della stabilo. Aspettavo gli aggiornamenti come i bambini il
Natale e nel frattempo leggevo altro di tuo. Amavo tuffarmi nelle tue parole, nelle tue righe e dimenticarmi di ciò che avevo attorno, riemergere nei tuoi amanti tristi e affogarmi nel loro vissuto.
Tra una settimana compirò ventidue anni e nient’altro ha mai cambiato la traiettoria della mia vita quanto i tuoi testi e le tue parole con la P maiuscola. Spero di poterti leggere ancora in futuro, sei una bella persona.