"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce ne è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio."

So che nella descrizione ognuno dovrebbe presentare se stesso e non una frase che gli piace particolarmente, ma non ho potuto fare a meno di riportare questo passo da "Le città invisibili" di Calvino. Forse perché si accorda con il mio carattere, perché rispecchia fedelmente quello in cui credo.

Mi chiamo Chiara e sono una ragazza di sedici anni. Frequento il liceo scientifico e la mia vita assomiglia in tutto e per tutto a quella di una normale adolescente. Non ho nulla di speciale né talenti che possano essere apprezzati. L'unica cosa che spesso illumina le mie giornate, quella che mi dà la forza di andare avanti, è sognare. Con questo termine di solito non indico solo "ciò che la nostra mente è in grado di elaborare nel sonno", ma tutto ciò che va oltre i confini. Sognare significa credere, superare i limiti.
E nel mio caso la scrittura è uno dei pochi mezzi per riuscirci.
  • JoinedMarch 10, 2015



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