"Non ho una ricaduta da molto tempo.
Io li chiamo così, sbagliando completamente termine perché così sembra una cosa seria.
Sono quei periodi in cui non faccio altro che stare stesa sul letto, incapace di alzarmi: musica punk e via.
Cado nel baratro di quei terribili pensieri che mi perseguitano da quando alle medie ho cominciato ad avere problemi con il cibo: tornavo a casa e non mangiavo niente, mi buttavo sul letto e mi riempivo di video di yt mentre tutti mi rimproveravano per la mia apatia.
In quel periodo la pasta aveva un sapore nauseabondo che per un po' di tempo è continuato ad esserci. Poi sono arrivate le superiori.
Per un po' ho cercato di essere più simpatica possibile ma la maschera di quella carina e gentile con tutti proprio non mi stava: è durata un anno.
Poi è stata tutta una discesa.
Infine sono diventata quello che sono adesso.
L'ultima volta che ho tentato di buttarmi dal balcone era il 24 dicembre.
Mia madre mi ha scaraventato giù a forza mandandomi a sbattere contro il muro urlando quando fossi stupida.
E lì ho capito molte cose.
È come se si fosse aperto un orizzonte che fino a quel momento avevo cercato di ignorare coprendolo con una fitta nebbia.
La verità è che sono sempre stata molto infantile ed egoista da non accorgermi mai di tutte le cose belle che ho.
Ora il cibo ha tutt'altro sapore.
È come quando a ratatouille il fratello del topo assaggia il cibo vero cogliendo l'abissale differenza che questo ha con l'immondizia.
Forse perché ho colto l'importanza di un sorriso.
Se potessi rincontrare la me 12enne le direi di non ascoltare i suoi coetanei: non sei depressa, hai solo bisogno di amarti.
Sorridi, ancora non hai visto tutto il bello. Smettila di farti del male. Mangia.
O mi abbraccerei. Forse è questo semplicemente quello di cui avevo bisogno.
Il mio viaggio è ancora lungo ma spero di farcela.
Il messaggio è: amatevi sempre.
Sempre."
Mi piacerebbe scrivere una storia su di me