Quando Vanità baciò la Vanità, un centinaio di felici estati fa, lui ristette rapido a riflettere, su lei, poi, affinché tutti gli uomini sapessero, fece rimare i suoi occhi con vita e morte.
« Preserverò il mio amore dalle ingiurie del tempo, » egli disse… Tuttavia la Bellezza svanì con la voce di lui e, scomparsi i suoi amanti, anch’essa era scomparsa…
Sempre il genio di lui e mai gli occhi di lei, sempre l’arte dell’uno e non le chiome dell’altra:
« Chi sa imparar qualcosa dalle rime, si soffermi a meditare su questo sonetto sublime… ».
Così tutti i miei accenti, pur sinceri, potranno risuonare in sempiterno, ma nessuno saprà mai che tu fosti la Bellezza per un giorno.