E i ricordi, inevitabilmente, mi portano a te. A quel giorno, apparentemente lontano, in cui ti ho detto più di quanto avrei dovuto. Su quella panchina, gli alberi che ci circondavano, le foglie che lente cadevano a terra, forse un segno. Il vento tra i capelli e il tuo odore che aveva ormai pervaso i miei sensi. Il tuo sguardo che mi incatenava a te, e il tuo braccio a circondarmi il bacino, come a ricordarmi che da lì non avrei potuto andar via. Ed un bacio, lo stesso bacio con cui ci stringevamo e univamo, eternamente.